Brutta cosa quando ci si vuole mettere in mostra senza riuscirci. Ed io di brutte figure, in età da teenager, ne ho collezionate più d’una. Quella che sto per raccontarvi, tra l’altro, porta con se anche delle conseguenze non proprio piacevoli.
Sarà capitato 25 anni fa, al mare. Si fanno i giochi da spiaggia (calcetto, pallavolo, beachball, tiro alla corda e salto in lungo) ed io cerco di mettermi in evidenza specie agli occhi del pubblico femminile.
Ecco, diciamo che il salto in lungo non era la mia specialità, o quantomeno mi manca la tecnica di base visto che un po’ di velocità l’avevo. Prendo la dovuta rincorsa, acquisisco velocità, spicco il balzo ed atterro di fondoschiena nel modo meno soffice possibile sulla sabbia. E non riesco ad alzarmi talmente la botta è stata cruenta. Un amico mi offre le mani per far leva, ed in effetti riesco ad alzarmi mantenendo tuttavia una poco elegante curvatura a 90°. Dopo alcune ore la situazione sembra normalizzarsi, mi sento meglio ed di dolore neppure l’ombra.
Il peggio accade la mattina dopo, dato che al risveglio non riesco ad alzarmi dal letto. Niente da fare, un dolore fortissimo all’osso sacro mi impedisce qualsiasi movimento; i genitori giustamente si preoccupano ed invece della spiaggia quella mattina vado al pronto soccorso per farmi i raggi alla zona del sacro.
Fortunatamente nessuna frattura, dopo un paio di giorni giocavo già a calcetto; ma così come una ferita lascia una cicatrice sulla pelle, allo stesso modo quella memorabile botta torna a farsi beffe di me con qualche doloretto durante i cambi di stagione oppure durante le pedalate in bicicletta.
