Pete Burns

Li descrivo come gli anni del mio medioevo.
Avevo 15/17 anni e mi vedevo escluso dal mondo ed incapace di reagire.
Timido all’inverosimile, in ritardo con la crescita, torturato dai brufoli.
A completare il tutto iniziai ad avere i primi problemi che mi condussero, ancora minorenne, ad avere bisogno del supporto di uno psicologo.
Mi rifugiai nei miei amori: il calcio e la musica.
Fu proprio la musica, più del calcio, ad aiutarmi a venir fuori.
Negli anni ’80 debuttarono i canali tematici musicali (VideoMusic tra tutti), che uniti a DeeJay Television (in onda su Italia 1 ogni pomeriggio) mi aprirono gli occhi facendomi conoscere un mondo musicale nuovo, lontanissimo dalla classica melodia italiana.
Il brit-pop e la dance divennero il mio universo musicale, e la musica inglese iniziò a scandire le mie giornate.
Gli A-ha, un gruppo di 3 bravi ragazzi nordici, furono il primo gruppo che amai, ma la svolta avvenne quando conobbi i Dead Or Alive, capitanati da Pete Burns.

Fu lui la chiave di tutto.

La sua faccia tosta, il suo carattere forte, la sua sincerità, la sua bellezza e – perché no? – la sua ambiguità fecero presa su di me, e come un’ancora di salvataggio mi aiutarono ad uscire dalle sabbie mobili che mi circondavano.
Lo amai, musicalmente parlando, alla follia. Ma di lui mi piaceva tutto, al punto da farne un idolo di bellezza cui – sognando – desideravo poter somigliare.

La musica hi-nrg dei Dead Or Alive (unitamente ad altri gruppi che ancora seguo e che mai mi hanno tradito, come i Pet Shop Boys ed i Depeche Mode) mi diede una scossa, e spesso mi ispiravo a loro ed a Pete per superare gli ostacoli che avevo di fronte.
Pete Burns era il mio idolo, perché nasconderlo?
Mi piaceva la sua provocaterietà, il voler far parlare di sé a tutti i costi, con interviste sempre sopra le righe, ma sempre sincere ed ironiche, e copertine dei dischi al limite della censura.

Forono proprio i dischi dei Dead Or Alive, uniti a quelli dei Pet Shop Boys, a farmi nascere la voglia di collezionismo, che ancora oggi coltivo anche se in misura minore rispetto al passato.
Crebbi, uscii dal guscio, il successo discografico dei Dead Or Alive andò scemando, ma io continuai a seguirli nella loro carriera musicale (7 album in tutto, più raccolte di vario genere ed album di remix).
Altri artisti divennero i miei referiti, musicalmente parlando, ma la simpatia ed il reale affetto per Pete Burns non calarono mai, nonostante le sue eccentricità sempre più frequenti.
Ma io gli ‘perdonavo’ tutto, come fosse uno zio un po’ bizzarro che, simpatico e sincero, ogni tanto andava troppo sopra le righe.

I nostri idoli giovanili li immaginiamo forti, indistruttibili, quasi fossero eterni.
Ma dietro la parvenza di uomo forte, Pete nascondeva una fragilità che pochi percepivano, e che lo rendeva tremendamente vulnerabile.

Pete è morto, aveva solo 57 anni, lasciando dentro di me un vuoto difficilmente colmabile.
Incredibile a dirsi, proprio in questi giorni esce una antologia sui Dead Or Alive di 19 dischi, con numerose rarità discografiche ed inediti.

Io a Pete volevo bene.

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49 risposte a Pete Burns

  1. Neogrigio ha detto:

    Conosco solo un paio di canzoni dei Dear or Alive ma il tuo post mi è piaciuto davvero molto. Noi fan non sappiamo cosa si nascondo dietro l’immagine pubblica di un nostro idolo, in fondo sono persone come noi, con gli stessi problemi (economici a parte). Beh…cambiando discorso, se ti sbrighi riesci a recuperare a prezzi “popolari” i biglietti per i concerti dei Depeche Mode del prossimo giugno, saranno anche a Bologna, inutile dire che abbiamo in comune anche questa passione.

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  2. alidivelluto ha detto:

    Mi hai riportato indietro negli anni, ripensando ai sabato pomeriggio prima, e la sera qualche anno dopo, in discoteca!

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  3. indianalakota ha detto:

    Io lo trovavo un tipo molto buffo,eccentrico si,ma con una sua simpatia particolare. Certo non era il mio genere di musica! Io sono cresciuta a heavy metal 😊

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  4. 76sanfermo ha detto:

    E’ bello identificarsi con qualcuno ed avere un ideale da seguire….

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  5. alessialia ha detto:

    non lo conosco…
    ma si la musica ci faceva un certo effetto… ci aiutava…
    diversamente da come la concepiscono oggi…
    che bello questo post ricordandoci di noi adolescenti…!

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  6. Debbo ammettere che non lo/li conoscevo…….ma perdere gli idoli a volte fa malem come perdere un nostro caro…..

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  7. Giusy Lorenzini ha detto:

    Non li conoscevo, ma la musica è davvero terapeutica, ognuno si identifica in chi vuole, di sicuro per molti è la copertina di Linus…una dolce notte….io sono Umbra e stasera è notte di terremoto, mentre navigo su internet, la poltrona in cui sono seduta ha ballato parecchio. Ciao! 😊

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  9. Paroledipolvereblog ha detto:

    un personaggio eccentrico che usava un’ironia particolare per nascondersi là dove era fragile…tempi passati che secondo me sono attuali e presenti

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  11. Karis ha detto:

    Non ho avuto la fortuna di vivere quegli anni, ma nella mia testa è come se io fossi nata nell’epoca sbagliata. Gli anni ‘80 e le sue atmosfere, la sua musica, li sento dentro. Ho conosciuto Pete durante la mia adolescenza, quando ormai i DoA erano un ricordo dei bei tempi andati, sono sempre stata “démodé” nei gusti musicali, e gli idoli contemporanei che i miei coetanei seguivano erano solo marginali, per me gli idoli musicali e non, appartengono tutti ad un’epoca andata, i miei amici andavano ai concerti di Rihanna e io a quelli dei Depeche (e lo farò finché avrò la fortuna di poterli vedere dal vivo, cosa che non ho potuto fare con Pete, con i Queen e con altri). L’affetto” che io provo per lui è qualcosa che tu puoi benissimo capire, è quasi come se lo conoscessi. Sono donna ma la sua bellezza è (era) qualcosa che trascende il sesso, era universale, e traspariva il suo essere così “vero” anche nella sua trasgressività che chi ha subito l’influsso del suo fascino senza tempo non può ignorarlo. Sono passati quasi quattro anni ormai da quando Pete ci ha lasciati, ma personaggi come lui sono davvero impossibili da dimenticare.

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    • Kikkakonekka ha detto:

      Il più bel commento che potessi ricevere.
      Pete ha significato per me moltissimo, non solo per la musica, ma per quel “coraggio” che lui ha sempre trasmesso sul palco e fuori che per me, teen ager timido e brufoloso, appariva come modello da imitare.
      Non l’ho mai giudicato nelle sue trasgressioni e nelle sue scelte di vita, pur spesso non condividendole affatto, ma ho continuato ad ascoltare i suoi dischi (anche privi di successo) e ad apprezzarlo.
      Forse lui era semplicemente “figo”, cosa che io non ero affatto, e proiettavo su di lui tutti i miei desideri di essere diverso da quel che ero.
      La sua scomparsa mi ha spiazzato. I nostri idoli vorremmo fossero invincibili, eterni, come un poster sempre giovane che noi non vediamo mai invecchiare.
      E quando il nostro “idolo” ci lascia, capisci che le tue speranze ed illusioni sono destinate a scoppiare prima o poi come una bolla di sapone.
      Grazie, Karis.

      Andrea/K

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      • Karis ha detto:

        Condivido tutto, è morto troppo giovane, ma per quanto mi riguarda è destinato ad essere immortale. Hai ragione, non è solo la sua (bellissima) musica e il suo talento, ma anche l’energia, la sua personalità che veniva fuori come se fosse incontenibile, era senza filtri e non gli importava affatto. Come non amarlo quando smerdava le domande stupide che a volte gli ponevano nelle interviste, con un’eleganza e schiettezza che non aveva pari xD. Lui era quello che definirei una persona magnetica. Non immagino cosa dev’essere stato poterlo vedere dal vivo, per chi me ha avuto la fortuna. Bellissimo porter condividere questo con chi ha la stessa passione, grazie a te 🙂

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  12. ornellabreschi ha detto:

    Ciao !
    I miei complimenti, hai colto perfettamente i due volti di Pete Burns.
    Tutti noi fans continuiamo a volergli bene, oltre la vita terrena, perché la sua anima la sentiamo dentro, fa parte di noi, così come la sua possente voce e la sua musica. Lui vive nel nostro cuore ❤️ Love Forever, Pete ❤️

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  13. Babsi ha detto:

    Ciao. Sta per avvicinarsi l’anniversario di morte di Pete. Ricordandolo mi metto a guardare qualcosa su di lui in internet e trovo questo scritto. Sono felice di averlo letto, mi sono emozionata e riconosciuta in te. Nonostante ora io sia un’adulta, talvolta la fragilità fa capolino e ho bisogno ancora di attingere al passato, di ricordare quei personaggi che ci hanno dato qualcosa, ci hanno dato forza, vita. Grazie ancora a Pete e grazie a te per la tua condivisione!

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