“Io sono una persona introversa e timida, non sono solito prendere decisioni istintive, per cui lei sappia che ho pensato molto a quello che sto per dirle: questo è il nostro ultimo incontro, credo non ci siano più i presupposti per continuare, non so se sto davvero meglio, certamente non ho più avuto negli ultimi tempi i miei ‘soliti’ attacchi”
Ho detto questo ieri pomeriggio allo psicologo.
E poi l’ho motivato come meglio potevo.
Io ho bisogno di un approccio diverso per stare bene a livello mentale. Non ho bisogno di pastigliette che mi rincoglioniscono. Io ho bisogno di analizzare le mie paure, di capire meglio da dove nascono le mie preoccupazioni, per poterle affrontare e combattere. Magari sconfiggerle.
Gli incontri con lo psicologo si sono sin dall’inizio direzionati verso l’aspetto farmacologico, senza tentare un minimo approfondimento sulle cause dei miei problemi recenti.
Disfagia, attacchi di panico, senso di oppressione, dolori al torace, mancanza di respiro.
Non basta una pastiglietta.
Ora sto meglio, ma quanto potrà durare? Temo non a lungo, ma dovessero ritornare dovrò necessariamente percorrere una strada diversa. Non voglio pastigliette fini a se stesse. Voglio qualcuno che mi aiuti a raggiungere il cuore del problema, per poterlo o estirpare o circoscrivere.
Non so se incolpare lo psicologo di superficialità. 5 sedute non sono poi molte, ma è chiaro che tra noi non sia scattata quella fiducia, complicità o confidenza che magari mi avrebbero aiutato ad aprirmi un po’ di più.
A me non può bastare che mi venga chiesto “come ti senti?” e “hai seguito la terapia?”.
No.
Non ho seguito la terapia.
Le pastiglie le ho lasciate nel cassetto, e sono stato meglio lo stesso.
Si vede che eri gia’sulla strada giusta, per conto tuo…
(Ma uno psicologo di solito non somministra farmaci….!)
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A me li ha somministrati sin dal primo incontro.
Ma ho subito capito che con lui non c’era feeling, se non scatta qualcosa questi incontri sono del tutto inutili, secondo me.
Ne ho parlato con il mio medico di base, il quale ha fatto una faccia come a dire “ma che dottore era?”.
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Ah, ecco!
Ma hai ragione tu, ci vuole la “scintilla”,perche’ gli incontri abbiano valore.
Lo stress e’ una gran brutta compagnia che fa emergere tutte le nostre debolezze….Forse bisognerebbe tenere a bada quello, almeno secondo la mia esperienza….
Un abbraccio
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Quando, circa 8 anni fa, mi rivolsi alla psicologa, mi trovai con lei a mio perfetto agio, perché mi faceva parlare e mi dava consigli.
Lo psicologo attuale, più esperto, mi è semprato più “distante” e meno interessato a me. E questo non può andare assolutamente bene, o quantobene non va bene ad uno come me.
Grazie
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Uno psicologo infatti non può somministrare farmaci (ha una laurea in psicologia) mentre uno psichiatra può farlo (ha una laurea in medicina e una successiva specializzazione in psichiatria). Ma credo che K intendesse uno psichiatra o al massimo uno psicoterapeuta.
Se tra il medico e te non c’era feeling hai fatto bene a mollare. Se può servirti cambia semplicemente medico 😉 Se fatta bene,da parte di medico e di paziente, la terapia può aiutare molto.
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Anni fa feci un percorso soddisfacente, con una giovane dottoressa che mi mise perfettamente a mio agio.
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Bravo! Così mi piaci! I medici pensano solo a curare il sintomo e non la causa che lo provoca. Hai il mal di pancia? Pastiglie! Hai le crisi di panico? Pastiglie! Non si chiedono perché ce le hai,da dove derivano. Hai mai provato con l’agopuntura? So che funziona anche per disagi psicologici
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Mi informerò, io devo solo trovare il modo di stare traquillo.
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Non posso che concordare sulla tua scelta.
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Fermo restando che gli attacchi potrebbero ripresentarsi in qualsiasi momento, ma non è questo comunque il modo di approcciarsi.
Ciao.
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Appunto. Sono contrario ai farmaci quasi sempre. Il problema va risolto attraverso altri espedienti. Bravo e continua così!
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Io tuttavia non sarei contrario ai farmaci, ma in questo caso è l’approccio che mi è parso inadatto.
Non tutti i pazienti sono identici, e quando parliamo di attacchi di panico o di atatcchi d’ansia, non si risolve tutto dando a chiunque la stessa pillolina. Mi aspettavo un approfondimento della situazione.
Il problema è: se le crisi ritornano, cosa farò?
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Infatti non va precluso l’aiuto di uno specialista, ma gli strumenti e, come dici tu, “l’approccio devono essere pesati e corretti.
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Anch’io mi son domandata “ma che psicologo era?!”
Sono appena tornata dalla psichiatra che mi ha detto che comunque lei ci va piano coi farmaci e che prima deve conoscere la persona…. non so se magari tu li avevi già presi e andavi comunque lì per quello, quindi ha voluto fare un discorso diverso
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No, non li avevo mai presi prima
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E come è funzionato il primo incontro per averti dato subito dei farmaci? (!)
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Infatti parlai anche nel blog del mio scetticismo in seguito a questo primo incontro.
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Sai già cosa farai ora?
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Assolutamente no, anche perché non sono abbastanza ricco da potermi permettere psicologi o psichiatri privati . Magari, insistendo, potrei tentare in futuro di cambiare medico dell’ asl, anche se in effetti (mi hanno spiegato) vengono assegnati sulla base della zona di residenza. Boh?
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Io so che alla asl ce ne sono diversi. Credo non sarà un problema trovarne un altro lì
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allora non è psicologo…
ma psichiatra…
guarda che lo psicologo non puo somministrare farmaci…
bah…
hai fatto bene.
lo psicoterapeuta adatto è quello che ti fa uscire fuori tutto e poi tu riesci a rielaborarlo a modo tuo in modo da togliere tutte le parti nere…!
bvabbe che scoperta ho fatto eh…
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Speriamo di non averne bisogno in futuro
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Prima di dare farmaci e sentirsi un dottore della mente forse doveva concentrarsi sulla mente per davvero! Meglio così, non era la soluzione giusta…
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Son d’accordo, ciao
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Lo psicologo,è colui che ha la laurea in Psicologia.
Il psichiatra, invece, ha conseguito una laurea in Medicina e Chirurgia e successivamente la specializzazione in Psichiatria. Ricordati che è l’unico che può prescrivere farmaci. Attenzione quindi!
Poi, comunque, hai ragione quando dici che ogni paziente è un caso particolare, diverso dagli altri.
Ma è anche vero che talvolta, non se ne esce da soli da queste crisi.
Qualunque “scossone”, può far insorgere nuovamente questi disagi. Quindi, perché non far loro ricorso? Hanno studiato e sanno come aiutare a cogliere i segnali d’allarme o , nel caso si manifestino, come affrontarli.
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Non ho intenzione di agire d’impulso. parlerò con il mio medico di base e vedremo cosa fare perché si trattava dello psicologo dell’ asl e dunque non scelto da me e non so se sia possibile eventualmente cambiarlo.
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Sono profondamente convinta che ogni malessere nasca prima di tutto dalla testa.
No, una pastiglia non è sempre la soluzione giusta.
Tu hai il problema e tu hai la testa, quindi tu e solo tu sei in grado di valutare qual è la medicina giusta.
Se stai meglio significa che qualcosa di giusto l’ hai fatto. Sono contenta di leggere che stai meglio, mi dispiace un po’ leggere che non sai quanto dura, insomma, perché non viversi il problema e se poi il problema si dovesse ripresentare cercare di risolverlo magari rivolgendosi ad un altro medico, uno che ti ispiri più fiducia, a volte è anche questione di empatia.
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Empatia è la parola esatta, con questo medico non ce n’era proprio
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Allora se si rappresenterà il problema cercane un altro…
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non ci ha perso un attimo a impasticcarti vero??? hai fatto bene, non avresti risolto nulla così.
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Mi sono impasticcato per qualche settimana, poi ho lasciato perdere
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Sono stata due anni in analisi e non ho mai preso un solo farmaco. Sono stata seguita da uno psicoanalista che mi ha aiutata ad affrontare problemi recenti e passati. Forse la persona che hai non incontrato non era quella giusta, ma non demordere, posso dirti che andare in analisi è stata la scelta migliore che potessi prendere nella mia vita.
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Ciao. Scusa la domanda scema, ma secondo te con l’ usl posso ottenere di essere seguito da uno psicoanalista?
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Certamente, solo che probabilmente ti metteranno in lista di attesa e dovrai aspettare. Ma puoi farlo senza dubbio.
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La prossima volta che andrò dal medico gliene accennato, grazie per il suggerimento
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Bravissimo Andrea. Bravo x aver lasciato le pastiglie chiuse nel cassetto e bravo x aver chiuso i ponti con sto pseudo medico che ha ben pensato subito di lavarsi le mani con le pastiglie
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Infatti, a me non è propri opiaciuto l’approccio.
Una bella ‘X’ sopra, buon week end Antonella
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Grazie Andrea. Peccato… anche io ho dato x scontato che la psicologia si occupasse di analizzare e aiutare in due dove uno nn arriva da solo…. ma evidentemente ho una visione contorta
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Allora ce l’ho contorta anch’io
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Ahahahah piacere… allora… io sono antonella mente contorta… sono contenta di averti ritrovato andrea mente contorta ahahah
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La penso come te… nel mio caso non mi hanno proposto farmaci, ma sedute dove parlare a ruota libera ecc… ma se non si instaura il rapporto di fiducia a livello umano, parlare a ruota mi fa solo sentire fuori luogo
Poi non sono il tipo di persona che tiene tutto dentro, con le persone fidate, o scrivendo, se voglio tiro fuori tutto, anche tra me e me… per i miei disturbi (soprattutto ne ho di psicosomatici) avrei bisogno di qualcosa in più del semplice parlare con una persona dallo sguardo annoiato.
Poi ho considerato questo: che chiunque ha qualche problema nella vita, sicuramente anche loro… e forse non mettere i problemi al centro della mia attenzione, e non considerarmi più troppo problematica era una cosa da fare… Ho ripreso a dedicarmi alla creatività e alla scrittura (che sono parte di me fin da piccola), ai miei passatempi preferiti dando loro più spazio consapevole, e nel frattempo cerco sempre libri validi scritti da psicologi che sento nelle mie corde, per trovare suggerimenti. Non ho risolto tanto a livello fisico, ma mi sento più serena nel complesso, e questo conta più di tutto. Il punto è: non so se dando 1000 euro per 10 sedute a uno di quelli che ho provato, ora sarei senza disturbi.
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Io ho risolto una parte dei miei problemi, perché ho capito che avrei dovuto cavarmela da solo. Ma ne ho ancora, ansia, disfagia… a volte mi preoccupo perché gli attacchi sono dolorosissimi.
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Tanto anche loro dicono che dipende da noi.. e mi sembra che ti riesca ad auto osservare abbastanza per capire come procedere! Non sapevo che gli attacchi potessero essere dolorosi.. 😦
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Dolorosi? Pare di morire soffocati.
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Che brutto 😨 spero non succeda spesso…
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Ultimamente è più frequente, diciamo 2 volte al mese, anche 3.
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Cavoli, mi dispiace 😦 ma ti succede in seguito ad alcuni eventi o stress particolari, o dal nulla?
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Allora: io sono una persona che somatizza tutto. Sono ansioso di natura. I miei stati di nervosismo si sono manifestati negli anni sotto differenti forme: attacchi di panico, psoriasi, problemi digestivi, e ora la disfagia. Un po’ ci ho imparato a convivere.
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Allora siamo simili! Io somatizzo tutti gli stress a livello intestinale soprattutto.. più eventuali febbricole, attacchi di cervicale, ciclo sballato.. a volte va meglio e a volte peggio.. e andrei ancora da qualcuno, ma trovo davvero difficile che in dieci incontri possa risolvere più che un’autoanalisi e auto osservazione quotidiana, non so se parlare a ruota di me a uno sconosciuto avrebbe un senso. Credo che il distrarmi da queste dinamiche concentrandomj su ciò che mi fa sentire me stessa sia meglio, è un concetto che ho trovato negli scritti di jung e hillman e che trovo interessante! Dicono che i sintomi sono per via di quando la nostra natura viene tarpata e non realizzata… ovviamente è difficile sia attuare che individuare tutto e farlo senza stress ulteriori, ma noto che provando a farlo almeno un po’ aiuti, almeno in una serenità generale maggiore se non nei sintomi fisici.. e anche se fosse credo che per i sintomi ci voglia tempo, dato che in anni il corpo ha registrato impulsi contrari.
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Io ho avuto miglioramenti iniziando a dedicare maggior tempo a me stesso: coltivare hobby, passeggiare, leggere, PC, blog… Ma poi dentro c’è un vulcano che prima o poi esplode di nuovo.
Ieri sera nuovo attacco di disfagia, il 2° di quest’anno (e siamo solo al 9 gennaio).
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Cavoli, mi dispiace 😦 Poi immagino che parte dello stress sia anche quello della paura stessa che arrivino gli attacchi

Fai bene comunque a fare tutte queste cose per stare bene, alla lunga, così come nel presente sicuramente aiutano!
La cosa peggiore è il sentirsi impotenti rispetto all’inconscio o chi per lui, che va contro a ciò che cerchiamo di fare per stare tranquilli, come se non ascoltasse… e lì mi chiedo: esisterà una tecnica psicologica per risistemarlo senza farla all’infinito? Anche le persone che conosco che vanno da anni dallo psicologo, non sono cambiate di molto nei loro problemi, magari sono più felici come noi facendo più cose belle, ma non ne sono uscite… boh
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Non saprei. Secondo me lo psicologo può solo indicarti la strada, ma il percorso comunque lo devi fare tu.
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Vero… e credo lo dicano anche loro! E comunque è logico: come se vai dal dietologo, può dirti meglio cosa mangiare, ma solo tu puoi essere costante con la dieta, e si sa già cosa fa più male di altro… credo che con lo psicologo valga a maggior ragione! Se abbiamo già molta autoanalisi anche di più. Credo che quelli che ne siano “illuminati” siano persone che fanno zero autoanalisi e tengono tutto dentro anche per sé stessi, e quindi appena concepiscono di poter tirar fuori i problemi parlando si apre loro un mondo… ma per chi è come noi non credo valga, a me fa solo sentire scema parlare da sola a uno con l’espressione da signor coniglio xD
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A me dà sui nervi vedere il tipo davanti a me che annuisce dandomi la sensazione che non gliene frega una beata fava.
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Vero!! è la cosa più odiosa di tutte… mi fa sentire stupida, a maggior ragione se racconto cose per me non nuove, come a dire “ma che ci sto a fare qui a raccontare i fatti miei a questo, che non gliene frega nulla, pagandolo?” Poi quando prendono appunti è l’apice del fastidio!
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Sì, come se a loro interessasse davvero.
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Ma infatti… che è anche giusto poi, l’ho anche detto all’ultima che ho provato, che era normale che non le interessasse niente e che però mi dava fastidio starci, mi ha fatto una faccia strana xD
Basterebbe un po’ di empatia e passione per il proprio lavoro (sennò cosa lo fanno a fare?), mica affezionarsi al paziente o essere amiconi… ma ho sempre trovato persone gelide, boh… forse è una tattica per farti sentire sbagliato e tornare da loro xD
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Io con la prima dott.ssa con cui avevo a che fare mi trovavo bene. Era giovane, prime esperienze, simpatica. Terminato il ciclo però non la vidi più.
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Non hai più provato a cercarla, o telefonarle?
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Era presso il centro di profilassi, non agiva come professionista a sé stante.
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Ah ok… peccato 😦
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