Il paradosso del gatto di Schrödinger

Versione per menti semplici
Le cose le conosci solo se le hai viste

Versione semplice ma non troppo
La fisica quantistica studia le leggi valide per le particelle elementari, tipo fotoni, elettroni, protoni e neutroni.
Essa afferma che non è possibile conoscere con precisione il comportamento di queste particelle, ma solo a livello probabilistico.
[esempio: un atomo radiattivo emette radiazioni ma senza poterne prevedere i tempi di radiazione]
La fisica macroscopica (basata su osservazioni e misurazioni) tramite formule matematiche può invece determinare con certezza un avvenimento.
[esempio: se vai alla velocità di 60 Km/h in 30 minuti avrai percorso 30 Km]
Erwin Schrödinger, che fu teorico della fisica quantistica, volle dimostrare che se si fanno interagire i due sistemi (quantistico e macroscopico) la teoria quantistica risulta insufficiente per spiegare la realtà.
Per far ciò ideò quello che viene comunemente chiamato “il paradosso del gatto”.
Un gatto viene rinchiuso in una scatola alla presenza di un veleno che verrà attivato dalla radiazione di un atomo di uranio.
Poiché noi non conosciamo con precisione i tempi di decadimento dell’atomo (li conosciamo solo a livello probabilistico) non possiamo essere sicuri al 100%, in un dato istante, se il gatto sia morto o ancora vivo.
In questo modo per un corpo macroscopico (il gatto) risulta impossibile determinarne lo stato, in opposizione alla teoria macroscopica.
Un paradosso che servì a Schrödinger per dimostrare che le conseguenze delle teorie quantistiche erano da rivedere perché inadatte da applicare nella realtà

Versione complicata ma completa
Wikipedia

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41 risposte a Il paradosso del gatto di Schrödinger

  1. ElenaRigon ha detto:

    Un valido approfondimento il tuo, come avevi promesso

    Gatto di Shroedinger for Dummies

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  2. Neogrigio ha detto:

    io sapevo quella del gatto e la fetta di pane con la marmellata

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  3. Marta Vitali ha detto:

    Io mi sento ignorante…

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  4. Vittorio ha detto:

    il gatto che attraversava i muri di robert heinlein

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  5. lali1605 ha detto:

    non capisco niente che ignoranteeeeeeeeeeeee

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  6. Erik ha detto:

    Conosco bene il paradosso e me ne ricordo molto spesso quando analizzo le situazioni (siano esse lavorative o di vita comune).

    Io posso pensare di riassumerla così, a seconda delle variabili considerate e delle conoscenze di base e di contorno, applicando concetti matematico/statistico/scientifici si possono determinare soluzioni potenzialmente corrette che però potrebbero non rappresentare la realtà..

    il paradosso del gatto ci insegna questo… benchè applicando conoscenze scientifiche e analisi dati corrette a seconda che si seguano i concetti del mondo macroscopico oppure microscopico si giunge a due conclusioni differenti…

    quindi l’unico vero modo che abbiamo per stabilire una conclusione, al momento, è quello della presa di posizione a fatto compiuto… per sapere se il gatto è vivo oppure molto l’unico modo è aprire la scatola e vedere con i propri occhi…

    questo perchè una o più variabili non considerate oppure che hanno cambiato stato durante l’analisi rendono il risultato indeterminabile in senso assoluto fintanto che esse stesse non assumono un valore noto.

    In ogni caso la quantistica è a dir poco affascinante..

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  7. Ma quanto è complesso il secondo stato? Fortuna doveva essere semplice ma non troppo. Buona serata

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  8. alessialia ha detto:

    non ho ben capito…
    oddeo io ci cado dentro alla quantistica, ma pure spiegata coi disegnini non la capisco….

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