Ieri vi ho parlato di quali fossero i miei “idoli” quand’ero ragazzo.
Oltre ai Pet Shop Boys, a Pete Burns e a Franco Baresi c’era lui: Arrigo Sacchi.
Arrigo Sacchi non è stato solo un allenatore di calcio, egli ha portato avanti una vera e propria filosofia di vita, poi da lui inserita in un contesto calcistico.
Il suo motto era quello di non mollare mai, di combattere le difficoltà e la sfortuna utilizzando intelligenza ed applicazione, di non essere mai passivi nella propria vita ma diventarne protagonisti. Per me fu una rivelazione: seguivo le sue parole tentando di
applicarle alla mia quotidianità, cercando di essere meno fatalista nei momenti negativi e più propositivo nei miei intendimenti.
Avevo già sperimentato problemi di natura psicologica, la mia introversione e le mie insicurezze non mi aiutavano. Anche grazie a lui ho iniziato a tirare fuori carattere tentando di superare i miei stessi limiti. L’impegno costante e la fiducia nei propri mezzi li ho adottati per riuscire nello studio e nell’aprirmi al mondo femminile. A volte mi dicevo: Sacchi cosa mi consiglierebbe di fare in questo caso? E poi agivo di conseguenza.
Il suo libro, una sorta di biografia del suo modo di essere e di pensare, mi hanno fatto rivivere tutti quei momenti in cui lui – in modo del tutto inconsapevole – è stato mio segreto consigliere.
mi piace l’immagine di arrigo sacchi che ti fa da consigliere occulto
che è un pregio che rende eccellente un allenatore
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Un giorno lo avrei anche incontrato, amichevole Padova – Milan. Ero nell’antistadio e lo vidi discutere con Adriano Buffoni (al tempo allenatore del Padova). La prudenza mi consigliò di non avvicinarmi troppo.
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ma ti è rimasto il ricordo di averlo visto da vicino
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Hai avuto un personal coach.
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A sua insaputa
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Sennò sai quanto ti costava …
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È stato un grande
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Tradito poi dalla sua stessa ansia.
Io ne so qualcosa.
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Povero si
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Un luminare.
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Certamente per alcuni anni. Poi, ne parla anche sul libro, dovette arrendersi allo stress.
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A me faceva morire dal ridere…
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Un po’ spiritato.
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Senza dubbio un innovatore in ambito nazionale , ma il calcio totale era già stato inventato
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Lui ammette candidamente quali sono state le sue fonti di ispirazione, Rinus Michels in particolare.
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Quando gli altri dicono “Sacchi” io penso subito “USA 94” e mi ricordo in particolare di come sia facile e immediato il passaggio dall’altare alla polvere, insultato e odiato, quando la tua squadra non la mette dentro. Roba che nel medioevo saresti potuto finire davvero male.
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Per un rigore ha perso la finale.
Lippi per un rigore ha vinto.
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oggi tutti ricordano Zoff e Lippi, è un po’ meno Sacchi. Siamo proprio fatti male. peccato.
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Non è importante.
Un grazie anche a Zoff e Lippi, per carità.
Marcello è comunque di una antipatia rara.
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Grande l’Arrigo!
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A Parma è ancora idolatrato, no?
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Direi di si
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Che forte che immaginavi i suoi consigli!
Anche a me è capitato di farlo a volte pensando a persone che reputavo sagge 🙂
Visto che ti piace il calcio ti passo il sito del mio fidanzato, magari trovi qualcosa che ti può interessare! 😀 http://www.uomonelpallone.it/
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Direi che ti è stato utile da un punto di vista di autostima 😊
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Un po’ sì. Ciao Antonella.
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Bene dai
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Lo conosco, veniamo dallo stesso paese. Una persona squisita. Quando giocavo a pallone il nostro allenatore veniva al campo con i foglietti con i suoi schemi che cercavamo di applicare a livello amatoriale… spesso si prendeva goal per i fuorigioco applicati da cani! :))
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Ciao Lucien.
Se ci pensi, l’adozione della difesa in linea, della zona e del fuorigioco, per noi italiani è stato un vero passaggio epocale. Finivano i tempi del libero 20 metri dietro e dello stopper appiccicato al centravanti. Una modifica incredibile: non più l’occhio all’avversario, ma al gioco e alla distanza tra i reparti. Tu che giochi/hai giocato sai benissimo a cosa mi riferisco.
Non pensiamo (solo) ai risultati, ma al cambio di mentalità.
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