Credo che i ragazzi, sin da piccoli, debbano imparare ad affrontare le sconfitte e le delusioni.
Un brutto voto, un risultato sportivo deludente, perdere nel gioco con gli amici… secondo me li fortifica e li rende più capaci di affrontare le future avversità.
Ho visto amici di mio figlio, abituati ai 10 ed a primeggiare *sempre* nello sport, sciogliersi come neve al sole ai primi brutti voti (che prima o poi arrivano, magari alle superiori) o al primo rigore sbagliato.
Sono le avversità a renderci forti.
Se va sempre tutto liscio ci si abitua ad un mondo semplice, quando semplice non è.
la foto: (s)gambetto di regina?
il post: si, nella vita si impara ad andare avanti in base al confronto tra le esperienze che facciamo. una vita facile porta a pensare che tutto sia facile e viceversa. così come prima di imparare pedalare si cade di sella
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Ma infatti.
Ricordo ancora le vanterie di certi genitori che avevano il figlio con “tutti 10, bravo nello sport, chierichetto, volontario alla sagra etc etc”.
Troppa “perfezione” secondo me non va bene.
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quel loro figlio li avrà uccisi nel sonno per rubare l’eredità
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Haha, no, non credo. Si tratta davvero di bravi ragazzi, ma far credere loro che sia tutto facile e che loro siano “onnipotenti” non credo faccia il bene loro.
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gli crea una base culturale che crescendo diventerà scomoda
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Con il giusto equilibrio…… buongiorno
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Lo credo anch’io.
Far credere ai proprio figli di essere “invincibili” non credo faccia il loro bene
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Però pare che le nuove “mode” sull’educazione dicano esattamente il contrario, io in realtà concordo con te
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Non lo metto in dubbio, fatto sta che l’abitudine al “successo personale” crea nei ragazzi una sensazione di “perfezione” che poi alla minima crepa li fa crollare.
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Se si riesce sempre in quello che si fa e non si perde mai, c’è qualcosa che non va. La sconfitta è importante per maturare e migliorarci.
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Sono d’accordo.
Anche perché io di sconfitte ne ho una collezione.
🙂
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Bisogna insegnare ad accettare la sconfitta , perché è parte della stessa medaglia , non si può vincere sempre , ma migliorarsi ogni giorno si può fare
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Bisogna insegnare a certi genitori di insegnare ai loro figli che la sconfitta esiste, e non è un dramma.
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Già K, bisognerebbe insegnare , un mio amico allena una squadra di pulcini , me ne racconta di ogni
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Immagino, ho frequentato fino a poco tempo fa…
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A me le sconfitte hanno insegnato tantissimo:in primis a rialzarmi e a prepararmi per dare il meglio la volta dopo. E anche che non si può sempre essere i primi e che in fondo non importa nemmeno:l’importante è vincere la sfida contro sé stessi
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Purtroppo certi genitori non insegnano questo ai loro figli, me ne sono accorto tra i compagni di scuola di mio figlio.
Non so se si tratti di superbia, fatto sta che la parola “sconfitta” o “delusione” per qualcuno non è contemplata.
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Temo si tratti di ignoranza: solo un ignorante può non trarre insegnamento dalla sconfitta. Che poi non si è mai sconfitti del tutto: solo si poteva fare di meglio
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Avrei preferito qualche fregatura in meno, in passato, ma se doveva succedere per farmi arrivare dove sono arrivato, ok 🙂
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Probabilmente sono servite, no?
Per rinforzarti, per farti capire dove sbagliavi, per farti crescere.
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Probabilmente
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Si chiama resilienza…
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Ma chi è abituato a “vincere” sempre, a non provare mai delusioni di alcun tipo, al primo intoppo si “squaglia” come neve al sole.
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Totalmente d’accordo, e ti sostengo con i fatti…. sconfitta e vittoria sono due eventi che vanno “spiegati” perchè entrambi possono essere illusori in un senso o nell’altro. Secondo me (e il mio moto storico “la sconfitta è uno stato mentale” lo testimonia) spesso che si trova a lavorare con i bambini sottovaluta questi aspetti. La sconfitta insegna sempre e non è mai un risultato definitivo universale, così come giusto e sbagliato… sono elementi che vanno capiti e trattati non drammi infiniti… e torniamo sempre li… equilibrio… tutto gira attorno alle fasi in cui esso non è presente e tutto si riconduce nei pressi dello stesso, anche starne leggermente fuori da una parte o dall’altra non è un problema ma riconoscerne l’essenza forse può essere la chiave… 🙂
Ciao Andrea!!!
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Quello che mi dava più fastidio erano “quei” genitori che non finivano mai di elogiare i propri figli elencandone le qualità, i voti scolastici, le vittorie sportive… capisco l’orgoglio materno/paterno, ma tutto ha un limite.
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una cosa che mi sono imposto in questo anno e mezzo dedicato praticamente allo sport verso gli altri è che uno dei miei compiti principali è di aiutare i “miei” bambini e ragazzi a migliorare i loro difetti o le cose in cui riescono meno bene, aiutarli a vederle e viverle come stimolo per migliorare, senza ansie e preoccupazioni, che tanto per i pregi o emergono da soli oppure ci saranno certamente altre cento persone che li metteranno il luce… 🙂
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Devi essere un “educatore”, prima che allenatore.
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ma infatti anche perchè i bambini andrebbero educati e non allenati fino a quando sono bambini..
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Hai proprio ragione, il problema è che spesso sono i genitori a volere che i figli primeggino in tutto e sono perfino capaci di aggredire i professori che danno loro brutti voti. Una volta non era così.
Un saluto
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Sono cresciuta accanto a una famiglia dove entrambi i genitori davano urla gioiose per inneggiare la bellezza e le qualità dei loro figli poi nipoti e pronipoti tanto che li si sentiva dalla strada e dalla stazione.
Un giorno gridarono che uno si era fatto male e non accorse nessuno, chiesero e nessuno aveva capito che non si trattava di grida di incitamento ma di dolore 😀
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Guarda, per certi versi la situazione può essere simile.
I genitori (che conosco di persona) che hanno sempre portato i propri figli ad esempio del mondo intero, alla prima delusione non hanno trovato l’attenzione di nessuno. Hanno fatto terra bruciata attorno a loro e, peggio, attorno al ragazzo.
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A volte non accettano nemmeno che portino gli occhiali….
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Convinti della “perfezione” dei loro figli.
Insopportabili.
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Giuro un nonno mi disse che il nipote aveva messo gli occhiali ma solo per poco tempo…. a distanza di trent’anni li ha ancora e doppi glielo dici tu al nonno ? Di non prendersela troppo che il nipote non è troppo sotto gli standard della perfezione?
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