Saturday Pop. U2: “Sunday Bloody Sunday”

30 Gennaio 1972

Sono anni in cui in Irlanda del Nord sono accesissimi i conflitti tra i sostenitori della unificazione dell’Irlanda (i “nationalists” o “republicans”, di fatto contrari all’appartenenza al Regno Unito, in genere discendenti diretti degli antichi irlandesi e comunque di fede cattolica) e gli “unionists”, fedeli alla corona inglese (in maggioranza numerica e discendenti dai coloni britannici giunti in Irlanda a partire dal XVI secolo, di fede protestante).
Era una vera e propria guerra fratricida, che metteva in campo questioni politiche, sociali ed anche religiose.

Gli scontri di piazza erano pressoché quotidiani, e per arginare la situazione oltre alla polizia interveniva spesso anche l’esercito.
Una legge in particolare faceva infuriare i “republicans”. Era chiamata in gergo “internment” e prevedeva la possibilità per le forze di polizia d’imprigionare una persona a tempo praticamente indeterminato, senza processo e solo con l’approvazione del Ministro degli Interni dell’Irlanda del Nord (facente parte di un governo “unionists”, guarda caso).

Quel fatidico 30 gennaio 1972 era stata organizzata dai “republicans” una manifestazione proprio per gridare la loro rabbia contro questa legge ingiusta e liberticida.
La manifestazione non era stata autorizzata, e l’esercito tentò di disperdere i manifestanti.
Non riuscendoci, la situazione degenerò: i soldati spararono sulla folla (tra l’altro i manifestanti erano tutti disarmati), uccidendo 14 persone e ferendone altre 12.
Ci furono parecchi testimoni, anche giornalisti: parecchie vittime vennero colpite vigliaccamente alle spalle, altre furono uccise mentre sventolavano fazzoletti bianchi, altre mentre scappavano.
Fu terribile.


Uno dei numerosi murales dedicati alle vittime di quel giorno

Quella domenica sanguinosa (“Bloody Sunday”) accentuò gli attriti tra le 2 frange della popolazione, e molti “republicans” finirono per unirsi all'”IRA”, organizzazione rivoluzionaria militare clandestina per la liberazione dell’Irlanda del Nord dalla presenza degli inglesi.
Nonostante una inchiesta governativa nessuno dei militari venne mai condannato per gli omicidi dei 14 manifestanti.

Paul David Hewson aveva sono 11 anni e mezzo quando accaddero questi fatti.
Dieci anni dopo, con il nome d’arte di “Bono”, riprese i fatti di quella spaventosa domenica e scrisse quel capolavoro che tutti noi conosciamo: “Sunday Bloody Sunday”.

U2
Sunday Bloody Sunday
7″
Anno: 1983
Casa discografica: Island Records
Numero di catalogo: 105 330

A Sunday Bloody Sunday
B Endless Deep

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30 risposte a Saturday Pop. U2: “Sunday Bloody Sunday”

  1. wwayne ha detto:

    In Russia è accaduto qualcosa di simile nel 1905.
    Il leader del partito operaio russo (un prete ortodosso di nome Georgij Apollonovič Gapon) aveva organizzato a San Pietroburgo una manifestazione popolare di 150.000 persone, che volevano presentarsi davanti alla residenza dello zar (il famoso Palazzo d’inverno) per presentargli una petizione. La manifestazione era assolutamente pacifica, ma l’esercito ricevette l’ordine di disperdere comunque i partecipanti e catturare Gapon: di conseguenza, quando una parte dei manifestanti era arrivata al ponte Poličejskij (che ora si chiama ponte Zelënyj), i soldati li respinsero a fucilate. I manifestanti anziché scappare tentarono eroicamente più e più volte di attraversare quel ponte, pur sapendo benissimo che ad ogni tentativo alcuni di loro sarebbero stati uccisi, ma l’esercito continuò a respingerli a fucilate finché non si arresero.
    Nella stessa giornata un altro gruppo di manifestanti, che non sapeva assolutamente nulla di ciò che era successo al ponte Poličejskij, si mise anch’esso in cammino verso il Palazzo d’Inverno con Gapon in testa. Quando il corteo era arrivato all’arco trionfale di San Pietroburgo, i soldati cominciarono a caricarlo. Tuttavia i manifestanti resistettero alla carica e continuarono ad avanzare, e non si fermarono neanche dopo uno squillo di tromba di avvertimento: di conseguenza anche questi soldati fecero fuoco su di loro. Peraltro non lo fecero una volta sola: infatti ci furono almeno 8 scariche di fucileria, anche se secondo alcune fonti furono addirittura 10.
    A quel punto alcuni manifestanti decisero di fuggire a gambe levate, altri invece decisero eroicamente di proseguire fino al Palazzo d’Inverno, pur sapendo benissimo che lì avrebbero trovato altri soldati pronti a sparare. Paradossalmente tra questi coraggiosi non c’era Gapon, che corse a nascondersi in casa di una sua conoscente.
    Una volta arrivati al Palazzo d’Inverno i manifestanti ricevettero 2 scariche di fucileria, e soltanto a quel punto i superstiti decisero di fuggire verso la strada principale di San Pietroburgo, la cosiddetta Prospettiva Nevskij. I soldati sapevano che sarebbero andati in quella direzione, quindi alcuni di loro erano già lì ad aspettarli, e quando arrivarono aprirono il fuoco su di loro per ben 4 volte: questo è senza dubbio l’episodio più grave tra tutti quelli che ti ho raccontato finora, perché almeno negli scontri precedenti i soldati potevano dire di aver sparato per disperdere i manifestanti, qua invece i manifestanti si erano già dispersi, e quindi è stata una strage totalmente gratuita.
    Il 22 Gennaio 1905 passò così alla storia come la Domenica di sangue, in occasione della quale rimasero a terra migliaia di morti e feriti. Ovviamente lo zar Nicola II per ridimensionare la gravità dell’accaduto divulgò delle cifre molto basse, parlando di 96 morti e 333 feriti, ma i quotidiani internazionali (che non essendo sottomessi allo zar potevano diffondere dei dati reali) stimarono che il numero di morti e feriti oscillasse tra le 6.000 e le 10.000 persone.
    Quando si sparse la notizia di questi fatti scoppiò la prima rivoluzione russa: i manifestanti di San Pietroburgo non erano morti invano.

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    • Kikkakonekka ha detto:

      Non conoscevo tutti questi particolari, e ti ringrazio per la dettagliata cronostoria. In effetti si parla di un “regime” e di un’epoca molto distante dalla nostra, addirittura antecedente ad entrambi i conflitti mondiali. Per questo la vediamo “lontana”, come qualcosa da studiare nei libri di storia.
      La domenica di sangue irlandese, sebbene di proporzioni largamente inferiori, è tuttavia molto più vicina a noi storicamente, ed è avvenuta in un contesto non di regime, ma di “democrazia”. Per questo ha colpito maggiormente, almeno le nostre generazioni.

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      • wwayne ha detto:

        Ah, sicuramente. Lo stesso vale per il colpo di stato tentato dai Trumpisti qualche giorno fa: se fosse successo in un contesto più abituato ai colpi di stato (come il Sud America) l’opinione pubblica mondiale ci avrebbe a malapena fatto caso, ma dato che è avvenuto in uno degli stati tradizionalmente più affezionati alla democrazia (al punto che ha tentato di esportarla altrove) lo scandalo è stato enorme. Grazie a te per la risposta! 🙂

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  2. Vittorio ha detto:

    Pezzo storico nel senso che ha fatto la storia del gruppo e della musica. Per me rappresenta l’apice della produzione degli u2.
    War, il disco da cui è tratta la canzone, è perfetto

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  3. Enza Graziano ha detto:

    Mi sono venuti i brividi.

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  4. Enri1968 ha detto:

    Eh che dire? Bello siamo nella fase in cui partendo alla grande la band irlandese. A parte questo dato di fatto il brano è meraviglioso, ci sono tutte le urgenze del periodo storico.

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  5. Ehipenny ha detto:

    Rileggere i fatti che stanno dietro ad una canzone storica come questa fa sempre un certo effetto, ma il bello della musica é anche la sua capacità di tenere vivi i ricordi, anche quelli peggiori.

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  6. Nonna Pitilla ha detto:

    il padre di -Bono aveva un pub a Dublino proprio alla fine del grande ponte …. una bellissima terra quella di Itlanda che ho sempre nel cuore e che ha molte stradebagnate di sangue! grazie per questo ricordo!

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    • Kikkakonekka ha detto:

      Ho girato per Dublino per 4 giorni, un paio di anni fa, ma in effetti non sono andato alla ricerca di di questo bar.
      A meno che non si trovi nella zone del Temple Bar, dove ho trovato (casualmente) un locale con molte dediche alla band.
      Ho le foto da qualche parte.

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  7. silvia ha detto:

    Bellissima, come bella è l’Irlanda penso che dovrebbero avere l’autonomia non hanno niente a che vedere con il Regno Unito.
    Buon fine settimana.

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  8. Bella unione di musica e storia, buon fine settimana Andrea

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  9. Massi Tosto ha detto:

    Le migliori versioni live , quella di Under a blood red Sky è quella del film Rattle & Hum

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  10. Paola Bortolani ha detto:

    per non dimenticare. oltre che molto bella. Grazie, buona domenica 🙂

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  11. Pingback: D&D – Domenica e Dischi. I miei album preferiti del 1983 | Non sono ipocondriaco

  12. Capolavoro e sempre terribilmente attuale in contesti diversi del mondo, con lo stesso tragico assurdo denominatore comune.

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