Come molte altre famiglie, anche a casa nostra si fa saltuariamente uso di cibo in scatola o surgelato. D’altronde, o hai la nonna in casa oppure bisogna che uno dei due genitori non lavori, o lo faccia part-time. Avendo la fortuna di avere sia io che MDM (Mia Dolce Metà) un lavoro a tempo pieno, accade dunque che la mancanza di tempo talvolta ci spinga verso cibi preconfezionati.
Io, personalmente, non ci trovo nulla di male ed anzi molto spesso la loro qualità non è solo accettabile ma anzi più che buona.
Accade che una delle sere scorse io apra una scatoletta di sgombro in scatola e mia moglie una simile ma di un’altra marca. Noto che la scatoletta di latta è identica anche nei piccoli particolari, ed allora mi incuriosisco e recupero le due confezioni esterne di cartone, notando che in entrambi i casi il cibo è prodotto e confezionato dalla stessa azienda, ma distribuito su due canali paralleli.
Già questa è una stranezza.
Bisogna sapere che io abito vicino ad un supermercato, ma lavoro vicino ad un altro di un altro marchio, e che sebbene sia io che MDM prediligiamo quello vicino a casa talvolta capita di usufruire dell’altro.
Ora, i cibi preconfezionati (non freschi, per intenderci, ma includo anche i detersivi e materiali per la cucina) sono di due tipi: di “marca nota” (esempio: Barilla, Motta, Nestlé, Orogel e decine d’altri), oppure di “marchio generico” (generalmente legato al marchio supermercato, per esempio Selex, Vale, Despar, ed altri).
Per quanto riguarda i prodotti di “marca nota” ritengo siano uguali in qualsiasi supermercato si vada. Mi spiego meglio: il tonno Rio Mare è sempre il medesimo sia che io lo comperi in un supermercato che lo comperi in un altro.
Di conseguenza ciò che differenzia l’offerta dei supermercati (a parte i prezzi) è – o dovrebbe essere – la linea di prodotti di “marchio generico” tipica del supermercato stesso.
Ho confrontato alcuni prodotti ‘generici’ (merendine, tonno, detersivi ed ammorbidenti, biscotti ed altri) ed a parte pochissime eccezioni il prodotto è assolutamente il medesimo sia che io lo comperi nel supermercato ‘A’ sia che io lo comperi dal concorrente supermercato ‘B’. Perché in effetti non è che Selex, Vale, Despar siano aziende produttrici; loro mettono il proprio marchio su un bene prodotto da altre aziende (alimentari e non).
Al massimo, dunque, la scatola di biscotti (faccio un esempio) avrà una confezione differente, ma il contenuto medesimo.
Dirò di più: se si approfondisce si scopre che talvolta sono proprio le marche più prestigiose a possedere una produzione parallela destinata ad essere marchiata con il logo del supermercato, una sorta di prodotti di ‘seconda scelta’ ma solo in apparenza.
Dunque la nostra scelta di consumatori dove emerge?
Se i prodotti del supermercato ‘A’ sono identici a quelli del supermercato ‘B’, e se comunque spesso addirittura i marchi noti sono legati a prodotti identici (o molto simili) a quelli dei marchi generici…
Non vorrà forse dire che noi crediamo di operare una scelta ma alla fine in realtà non scegliamo affatto?
Sottile domanda su cui bisogna riflettere!!
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Sembra tutto così diverso, ed invece è tutto così… uguale!
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Questo è il motivo per cui secondo me bisognerebbe sprecare il meno soldi possibile su quello che si mangia. Comprare i prodotti “di marca” o scegliere quelli top tra i generici a volte non ha senso… spesso c’è la stessa casa produttrice dietro.
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Proprio così.
A volte è solo una falsa considerazione che abbiamo noi dei prodotti.
Certamente esistono sottomarche pessime e prodotti pessimi, sta a noi imparare ad evitarli.
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L’ideale sarebbe comprare direttamente dal produttore… scelta che molti non hanno purtroppo i soldi o il tempo per sostenere.
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Infatti é proprio così. Ma allora come si giustifica la differenza di prezzo ? Credo debba essere ricercata nella differenza di costo del lavoro.
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O specchietti per le allodole.
Laddove il prezzo di un prodotto appare basso (bassa marginalità di profitto) molti altri invece sono più redditizi per il venditore. Esistono probabilmente trucchi e strategie che io/noi non conosciamo.
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Potrei riempire il commento con i corsi di marketing che si studiano all’università 😅 la marca è fatta apposta, sia per applicare un prezzo più elevato, sia per attrarre più consumatori, facendoci credere (a volte anche dal packaging) che siano prodotti unici. Non solo, in molti non ci fanno caso ma anche le posizioni sugli scaffali sono studiate intenzionalmente: ad altezza del nostro sguardo ci sono spesso le marche note, mentre i prodotti generici sono in alto o in basso
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La posizione sugli scaffali è frutto di precise strategie, così come quella di spostare la collocazione dei prodotti di tanto in tanto.
C’è gente che vive studiando queste strategie.
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Vero, anche se in parte rientrano tra le strategie di marketing ed è quello che sto studiando, ipotizzando che un giorno diventi anche il mio lavoro 😅 ma almeno posso dire che non si limita assolutamente solo a questo
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confermo il fatto che nel dolciario, ad esempio, molte marche distribuite nei var discount fanno riferimento a pochi stabilimenti di produzione.
un altro esempio lo troviamo nella produzione di elettrodomestici. stessa linea di produzione per marche diverse
idemi i detersivi
oggi le etichette sono più ricche di informazioni. una volta meno.
ricordi quando compravi le uova sfuse? senza data e con ancora la paglia incollata sul guscio?
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Mi ricordo eccome.
Mi madre mi diceva, quand’ero ragazzo ed andavo dal panettiere: 1 litro di latte, 2 etti di pane e mezza dozzina di uova,
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incartate nel foglio di giornale
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Proprio così.
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il rischio a livello alimentare era alto ma la produzione locale lo limitava.
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qualche anno fa ho lavorato per quasi due anni in un supermercato, uno di quelli molto importanti che hanno tantissimi punti vendita e fatturati assurdi…
tu non sai come vengono studiate le disposizioni prodotti, per “pilotare” il consumatore, non sai quanto pagano (a settimana) i produttori per quei totem che vengono messi vicino alla cassa, sempre per incentivare l’acquisto di questo al posto di quello e… inutile negarlo: funziona alla grande!
per rispondere al tuo quesito… scegliamo poco, a meno che come me, ormai allergica ai grandi supermercati (dopo averci lavorato) mi servo di quelli piccoli dove in mezz’ora al massimo hai fatto un carellone di spesa, spendendo la metà e comprando molti prodotti bio e di qualità, prevalentemente prodotti in Italia ma di marche sconosciute (leggo moltissimo le etichette, da sempre: ingredienti, ma anche origine del prodotto e non solo il confezionamento!)
Scelta consapevole o forse anch’io mi illudo di scegliere ??? 🤔
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Io faccio esattamente come te. Ho perso un po’ di tempo all’inizio però ora ormai conosco i miei prodotti e vado sul sicuro!
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sì sì, che po’ si spende meno, si mangia meglio e si spreca meno tempo a fare rifornimento!
che poi non serve molto, basta un po’ di fantasia nel cucinare 🤗
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😊😊😊
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Lo stesso succede con i prodotti italiani destinati al mercato estero. Costano di piu’ pero’.
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Credo che la globalizzazione faciliti la standadizzazione dei prodotti.
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Motivo per cui sono vent’anni che faccio spesa al discount, una volta che scopri che lo stesso prodotto lo paghi un terzo rispetto a quello nella confezione più bella.
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Infatti, la tua è una scelta del tutto condivisibile.
Io vado ad un supermercato vicino a casa, appartiene ad una catena, non è un discount, ma mi trovo abbastanza bene con i prezzi.
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in effetti quelle che ci appaiono sottomarche in realtà non lo sono, è un po’ come il doscorso del farmaco generico che ha medesimo principio attivo ma costa qualcosa in meno, Io credo che tra i motivi ci sia anche quello dei costi della pubblicità sostenuti dal marchio più noto. Però a parità di qualità ovvio che poi scelgo quello più conveniente.
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Ottima similitudine, Daniela, con il principio attivo dei farmaci.
Sulla confezione dei prodotti del supermercato c’è per legge scritto dove vengono prodotti e confezionati, e ci si rende conto facilmente di quanto detto sopra.
Vengono esclusi i prodotti “locali”, nel senso che ci sono dei produttori (pastifici, caseari, etc) che hanno una collocazione del prodotto a Km limitati.
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comunque a volte non scegliamo perchè alcuni negozi usano la tattica della mancanza a magazzino, e dagli scaffali per mancanza di tempo prendi l’unica cosa disponibile ( quasi un’imposizione )
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Molto bello quando scopri che la pasta a marchio A la produce lo stesso stabilimento del marchio B, spesso nel cibo ci sono prodotti identici e fabbricati nello stesso stabilimento, ma hanno prezzi completamente diversi a parità di qualità .
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Ed è proprio così.
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La differenza di prezzo è data proprio dalla richiesta: la gente preferisce il prodotto “di marca” perché lo ritiene erroneamente migliore, e quindi lo stesso tonno con la scatoletta Rio Mare costa di più rispetto al tonno Coop (o Conad, Selex, ecc.), anche se il prodotto è identico. Finché non impareremo a leggere bene le etichette, andranno avanti a imbrogliarci come vogliono.
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Penso tu abbia ragione.
Diciamo che anch’io tentenno di fronte a marche sconosciutissime ed evito prodotti di cui non mi fido, ma in genere sia nel reparto alimentare che sui prodotti generici (detersivi, prodotti per la casa od altro) la qualità è difficilmente distinguibile e se togliessimo scritte ed etichette noi (consumatori) difficilmente li distinguiremmo.
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Specialmente per i detersivi ci sono obblighi per indicare e/o utilizzare certi ingredienti – es. sbiancanti ottici, ecc…
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Diciamo che gli “obblighi” non cautelano sempre il consumatore, nel senso che se uno vuole imbrogliarti trova certamente il modo di farlo.
Ciao Vincenza
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Fissarsi sulle marche spesso è assurdo, si gettano solo soldi per niente….
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Poi bisogna provare.
Può essere che un prodotto non di marca non piaccia, ma sono convinto che molto spesso senza etichette e scritte noi (consumatori) difficilmente riusciremmo a distinguere al palato un prodotto di marca da uno che non lo è.
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lo penso anch’io, certo le eccezioni ci sono sempre, però in maggioranza il discorso è valido 😉
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Di certo quando faccio la spesa sto attenta alle marche perchè penso sia una garanzia una buona marca. Però se trovo prodotti col nome del supermercato, li prendo tranquillamente perchè so ( me l’ha detto chi ci lavora ) che sono prodotti da una delle migliori marche. E il super mercato mica si può mettere in gioco per una scatoletta scadente? Comunque sono convinta che sia tutta un’illusione la nostra libera scelta! 🙂
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Certo, a questo volevo arrivare: nella maggior parte dei casi la scelta è illusoria.
I prodotti con la marca del supermercato sono certamente sicuri e controllati: rischierebbero mai? E poi costa meno anche perché hanno costi di distribuzione inferiori.
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Sui prodotti di marca paghiamo in più la pubblicità del marchio, spesso con attori famosi che vendono la propria immagine.
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Pensa al caffé
🙂
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Esatto, pensavo proprio a quello..
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ma non è mica una novità. Le strategie di marketing sono molte e tutte lecite. Se poi noi non leggiamo, non ci informiamo, riempiamo il carrello e bla bla bla … di cosa vogliamo lamentarci?
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Le informazioni sono sempre limitate, nel senso che se ci vogliono imbrogliare… ci imbrogliano sempre.
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ma non credo sai, la normativa è severa. Certo, non ci facilitano la vita
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La normativa è facile da aggirare, purtroppo.
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sì, bisogna lavorare per capire bene
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Dicevo io e la mia vicina abbiamo due utilitarie identiche stesso progetto due marche francesi vediamo se indovini ( si sembrano scatolette di tonno ) …. ma vanno a tutta bbir
Per l’altra cosa mi appropinquavo ad andar a far la spesa elencando i cibi che a me e al sire hanno prodotto allergie per cui si restringeva la scelta è nel supermercato trovo appeso al banco dei surgelati un librone con tutti e 14 gli allergeni che sono causati dal gelo e robe varie ….porc
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Io ho una Citroen
Se hai allergie di natura alimentare devi stare molto attenta, bel guaio.
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Che poi scendono tutte alle parti basse
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Oppure, come al mio amico Matteo, con sfoghi cutanei pressoché immediati.
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Abbraccialo e tienilo lontano da asparagi fragole e ananas
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Lui è allergico alla carne di suino.
Il problema è che a volte ci sono prodotti confezionati con carni miste (cordon bleu, per esempio) o contaminate in fase di confezionamento, e lui ne risente immediatamente.
E’ preoccupante.
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Sui blog ho trovato una donna allergica alla pesca 🍑 ma credo si sia fatta prendere anche molto dal panico a me escono puntini sulla base del collo e ho letto che gli asparagi su soggetti molto allergici creano con carbonio e zolfo dei veri e propri incendi intestinali con tanto di caduta di feci liquide simili a sabbie incenerite
…..,,, passo
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Il mio collega oltre allo sfogo cutaneo ha anche il blocco dell’esofago, il rischio è alto.
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Deve disintossicarsi resettareutto il corpo con la dieta. Io oggi bevo solo acqua
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Io SEMPRE bevo solo acqua
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Hic per un veneto e un primato
L’hai sentita la canzone ? Ma mi starà venendo la kikkite acuta
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Sono l’unico Veneto che non beve vino
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E sulla kikkite?
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Brutta malattia
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