Sono un lavoratore dipendente.
Sono pagato per lavorare dalle 8 di mattina fino alle 17:30 di sera – con in mezzo la pausa pranzo – dal lunedì al venerdì.
40 ore settimanali.
Non mi sottraggo a fare del lavoro straordinario, che di solito svolgo proprio durante la pausa a metà giornata, ma sono fermamente convinto che dopo le 17:30 (tranne rarissime eccezioni) io abbia il diritto di tornarmene a casa e di dimenticarmi del lavoro, dedicandomi alla mia vita, alla mia famiglia ed ai miei interessi.
Le persone con cui mi relaziono in ambito lavorativo sono all’80% i colleghi ed al 20% i dipendenti di alcune aziende cui fornisco supporto informatico. In entrambi i casi (colleghi e dipendenti esterni) si tratta di persone che come me sono “lavoratori dipendenti” con un orario ben definito che va dal lunedì al venerdì.
Da lungo tempo mi sono accorto di ricevere mail di lavoro (sia interne che esterne) ad orari impensati.
Gente che lavora davanti al PC di sabato sera, di sabato notte, di domenica mattina, di domenica pomeriggio.
Ma, dico: non avete nient’altro da fare?
Tra l’altro, e lo affermo con certezza matematica, si tratta di lavoro non pagato come straordinario, per cui è solo tempo che “rubiamo” a noi stessi per regalarlo alla Azienda.
Non sono contrario a dare una mano alla Azienda per la quale lavoro in caso di bisogno, ma non vedo alcuna necessità in tempi “normali” di dedicare ore al lavoro durante il meritato relax del week-end.
Ad alcuni colleghi, con i quali sono in confidenza, ho anche espresso direttamente il mio disappunto per questo loro atteggiamento.
La risposta è sempre stata del tipo “sono molto indietro con il lavoro”, “si trattava di una cosa urgente”, “continuavo a pensare a quella cosa e l’ho fatta”.
Io penso che questo modo di fare sia totalmente sbagliato, non solo nei confronti di noi stessi, ma anche nei confronti della Azienda.
L’Azienda ci guadagna davvero dal fatto che tu hai lavorato 2 ore sabato notte? Oppure si ritrova con un dipendente stressato e qualitativamente meno performante durante le 40 ore settimanali?
“Staccare la spina” serve anche per rigenerarci, stare sempre con la mente e con il computer collegati al lavoro mi sembra davvero inutile e dannoso.
Magari, la loro vita sociale è pari a zero e si buttano a capofitto sul lavoro.
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Probabile. Ma molti si loro hanno famiglia, e figli. In pratica sacrificano il loro tempo per attività di lavoro. Ma il tempo è un bene preziosissimo, ed io mai (se non in condizioni particolarissime, come per esempio i primi giorni di lockdown) mi sognerei di regalarlo alla Azienda.
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Bisogna sempre sapere quale siano le priorità. Si vede che le loro sono differenti.
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Ciò che dai all’azienda non ti viene restituito. Ci sono persone il cui carattere cerca la dipendenza per avere approvazione. Mi spiace per loro ma io meno lavoro e meglio sto
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Credo che sia giusto l’attaccamento al lavoro, che ci da la possibilità di realizzarci e ci da uno stipendio.
Ma l’attaccamento alla vita, al tempo libero, alla famiglia, a noi stessi, alla libertà… credo siano più importanti.
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la penso come te. il lavoro è una forma di sostentamento e la vita è un’altra cosa
possono viagguare in paralleo come integrarsi, a patto che uno non soverchi l’altro
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Ma….io sono dipendente pubblica, ed anch’io bene e spesso in orari diversi da quelli di servizio, ricevevo chiamate, anche stupide del tipo -sai dov’è la tale chiave?- l’hai cercata nel tale posto?- ah no…….perchè ovviamente chiamare era più semplice che cercare……
Ora da qualche anno hanno attivato il Diritto alla disconnessione, ossia della possibilità fuori dal normale orario di ufficio di non essere reperibili, di “staccare la spina” digitale.
Non dico che non mi chiamano più, ma almeno non possono più lamentarsi se non rispondo
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Diciamo che una breve risposta non sarebbe troppo penalizzante. Le persone che conosco, tuttavia, svolgono a casa lavori anche impegnativi e di lunga durata, per cui davvero non li capisco.
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Condivido al 100% il tuo pensiero.
Io sono una delle persone fortunate che ha trovato un lavoro par-time. All’inizio, nel passaggio da “full” a “part”, non riuscivo a staccare e lavoravo molte più ore di quelle per cui ero pagata. Poi ho imparato a ritagliarmi spazi per me, per le mie passioni e per la famiglia, lasciando il lavoro in ufficio (in lunghe liste che ritrovo il giorno dopo sulla scrivania).
La vita è troppo breve per votarla al lavoro.
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“La vita è troppo breve per votarla al lavoro.”
Lo incido su una placca e lo attacco in entrata
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🙂
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Vi abbiamo beccato a perdere tempo sui social di WP. Che non accada più. Vi teniamo d’occhio.
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Giusto.
Basta con questi fancazzisti.
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E’ necessario staccare la spina e dedicarsi ad altro: non si vive per lavorare, ma si lavora per vivere
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Infatti.
Qualcuno forse non lo capisce.
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Sono forse quelli che non hanno altre gioie o interessi
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Ansia e perdita dei vecchi limiti temporali. Mettici anche la poca voglia di dedicarsi ad altro, con tutta evidenza. L’importante è che ciò non diventi un’abitudine da proporsi poi a tutti…
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Diciamo che se accedesse “una tantum” non sarebbe un problema.
Purtroppo c’è chi ha preso l’abitudine, ed io credo sia sbagliato.
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Se stanno lavorando da casa è probabile che non si tratti di straordinario, alcuni lavorano in ore davvero impensabili e hanno la pretesa di trovare gli altri a quegli orari!
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E’ certamente una anomalia.
Posso capire – ma anche no – se fosse capitato in una sola occasione.
Il fatto che capi spesso mi fa proprio pensare ad un atteggiamento errato nell’approccio al lavoro.
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Eppure questo comportamento piano piano sta diventando normalità!
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Non credo sia un bene.
Anche la mente ha la necessità di “staccare”
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Certo!
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Ci vuole buonsenso…
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Esattamente.
Fermarsi un attimo e dire a se stessi: ma costa cavolo sto facendo? sto davvero lavorando il sabato sera? sto leggendo le circolari ed inviando mail?
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Si con ragionevole causa
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Sono d’accordo con te, e su questo mi è capitato di discutere con mio padre, che a volte lavora nei weekend dicendo che “se non lo faccio io non lo fa nessuno”. Il risultato è che si è stanchi la prima settimana dopo le ferie
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Dipende.
Nel senso: se tua padre è lavoratore autonomo può avere un senso, se invece anche lui è un dipendente…
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È un dipende…
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Io scrivo a tutto e tutti quando posso che leggano quando possano loro.
Ma su alcune persone sono dell’idea che meno gli rompo meno dovrei pagare.
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Però farlo per lavoro è diverso, nel senso che il lavoro dovrebbe avere degli orari stabiliti, e non fagocitare anche il nostro tempo libero.
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Ps perché hai messo quel figo pazzesco in foto ?
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Perché mi assomiglia moltissimo.
Al buio, ovviamente.
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Ti somiglia anche con la luce
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🙂
Non credo proprio.
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Concordo in pieno
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A te capita mai? Magari per le tue mansioni ti viene mai spontaneo di lavorare nel weekend?
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no, nel weekend non lo accendo mai. durante la settima i questo periodo dovrei finire ogni giorno alle 21 per completare le mie attività ma ci rinuncio, alle 18 max stacco. Ma scriverò presto qlc a riguardo…la situazione workload x ora è tragica
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Quante ora hai di lavoro a settimana?
Il contratto è di 40 ore come qui in ITA? Hai orari elastici?
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Si 40 ore dalle 8:30 alle 17 con 30 min pausa pranzo incluse
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Bene, direi. Pausa un po’ breve, ma tutto sommato positivo.
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Leggerai martedì….
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Be’, certo che l’azienda ci guadagna: ha un dipendente che ha lavorato due ore di sabato notte senza essere pagato.
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Può essere, ma alla lunga…
Ho casi (non faccio riferimenti) che in periodo “Lockdown” hanno lavorato ance sabato e domenica da casa, e poi sono stati in malattia per 3 settimane per esaurimento.
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Credo che questa tendenza sia pericolosa, perché se dovesse dilagare il numero di chi fa così, poi potrebbe diventare qualcosa che ci si aspetta da tutti. E non è sano. In fondo a pensarci bene è lo stesso problema dei negozi aperti di domenica. Non sappiamo più ritagliarci una dimensione temporale per essere semplicemente “umani”, né lavoratori, né consumatori.
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Sono molto contrario all’apertura domenicale dei negozi. Pur vero che eccezionalmente anch’io ne ho usufruito, ma in generale lo trovo una mancanza di rispetto per la persona e per il lavoratore.
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C’è un progetto, legittimo, per contenere mail e telefonate oltre l’orario di lavoro. Certo, è comodo poter lavorare dove e quando si preferisce (l’ho fatto anch’io) ma ha contropartite
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Ma il peggio è quando uno, di propria volontà, sacrifica il proprio tempo per lavorare in orari non dovuti.
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misteri anche questi
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Concordo pienamente con te.
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Penso sia corretto dedicare al lavoro il giusto tempo durante l’orario predefinito.
Il tempo libero è nostro, non va regalato.
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