Nella chiesa frequentata da mio padre, da una decina d’anni è appesa una “pala” che rappresenta l’annunciazione a Maria (la parrocchia è proprio intitolata a S. Maria Annunziata).
E’ obiettivamente a prima vista abbastanza bella, grande, con colori vividi: è un’opera di artista ignoto datata XV secolo, recuperata da una piccola chiesa delle vicinanze, e trasferita dopo il restauro nella chiesa più grande.
Ebbene: tale pala ha talmente tanti errori di prospettiva, che se la guardi con occhio “tecnico” non puoi fare a meno di trovarla “errata”, addirittura “brutta”.
Ma, in fin dei conti, è proprio necessario che un’opera sia “tecnicamente” esatta, o forse è più importante il messaggio che trasmette e le emozioni che suscita?
L’opera di cui parlo la vedete nella foto, sulla sinistra. E’ più grande di quanto possa sembrare. Il crocifisso ligneo, al contrario, è stupendamente bello.
Sembra una riproduzione di quella del Beato Angelico. Le prospettive erano ancora imprecise.
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Ma, alla fin fine, è il messaggio quello che è importante.
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Certo, ma anche senza una buona tecnica prospettica quello è un capolavoro del rinascimento.
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Bisogna vedere con quale prospettiva la guardi-
Buon giorno
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“Prospettiva Nevski”
Ciao All.
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Personalmente valuto ogni opera in base a quello che mi trasmette. Sicuramente un critico la pensa diversamente. Buona giornata!
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In effetti l’arte è emozione, non per forza rappresentazione fedele della realtà.
Ciao Silvia.
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sarebbe stato interessante avere una foto ravvicinata.
il concetto della prospettiva moderna per come la conosciamo inizia a diffondersi nel quattrocento grazie a raffaello e masaccio.
prima di allora il senso prospettico era libero e, quindi, sbagliato ai nostri occhi.
ma se guardi un quadro cubista o futurista troverai gli stessi “errori” prospettici. come un ponte che lega il 900 al quattrocento.
nulla si inventa da zero
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Avevo una foto, ma poi mi sono accorto che era molto mossa.
Poi ho anche pensato che, fotografandola con precisione, sarebbe sembrato che io volessi mettere alla berlina il dipinto per le sue imperfezioni. Per cui ho rinunciato a volerla fotografare nuovamente.
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chiaro
però rimango comunque curioso
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Ho scoperto che si tratta di una copia, fatta male, di una opera del Beato Angelico.
A questo punto mi viene da pensare ad una imitazione da parte di qualche pittore poco dotato di fantasia e di tecnica.
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un manierista o artista di bottega come li chiamavano
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un’opera mi deve dare emozione, poi perfetta o meno non importa
Buona giornata Andrea
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La penso (parzialmente) come te.
Nel senso che se l’errore dovesse essere evidente e pacchiano, dubito che mi potrebbe “emozionare” e piacere.
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Anche a me sembra l’annunciazione di Beato Angelico. Ancora la prospettiva era molto primitiva, ma le emozioni arrivavano comunque.
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In effetti, ora che noto, ne è una copia fatta male.
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Magari è stata fatta da un alievo della sua bottega
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Quelli bravi dicono che forma è sostanza e viceversa
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Io, per “forma mentis” do enorme importanza anche alla forma.
Forse anche per questo motivo l’astrattismo mi attira poco.
Tuttavia è pur vero che compito dell’arte è suscitare emozioni: pazienza dunque se le linee prospettiche sono sfalsate.
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Il tuo discorso vale per tutte le opere d’arte. Ad esempio, mi è capitato molto spesso di apprezzare o addirittura adorare un libro o un film, pur rendendomi conto perfettamente dei suoi difetti. Dipende in parte da quanto questi difetti sono compensati dalle qualità, in parte dalla benevolenza di chi giudica l’opera d’arte: se uno è di bocca buona la apprezzerà lo stesso, se invece uno è pignolo e ipercritico gli basterà notare un piccolo difetto e subito ne rimarrà disgustato.
Io per fortuna sono di bocca buona. Dico per fortuna perché chi boccia un’opera d’arte al primo difetto che trova si condanna a non essere mai contento di nulla.
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Io sono “abbastanza” di bocca buona. Ma, se mi trovo davanti ad un *evidente* errore, mi blocco e boccio senza appello.
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Perdonami se salto di palo in frasca: guardi le serie tv su Netflix?
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No, non ce l’ho. Sorry.
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A parte che io non guardo NESSUNA Serie TV in generale.
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Fino all’anno scorso le schifavo anch’io, ma negli ultimi mesi ne ho scoperte alcune carine. Le guardo solo a patto che siano di pochi episodi: per me già 20 sarebbero troppi. Grazie per la risposta! 🙂
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Per me il fatto che la prospettiva sia errata non devia comunque il significato dell’opera. La leggibilità del dipinto sta proprio nel messaggio che reca e che veicola una grande emozione.
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Vale ovviamente anche per altri tipi di opere, anche libri o film.
Se vi è un errore pacchiano (esempio: anacronismo evidente) io mi blocco e boccio inesorabilmente.
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Vale molto molto di più quello che un’opera trasmette piuttosto che la sua prospettiva, 🙂.
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Questo è vero: non si va a fare “le pulci”.
Però dipende anche dal tipo di errore: se “pacchiano” io non riesco a promuovere l’opera.
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Ovviamente, la seconda che hai detto! Non è bello ciò che è bello, è bello ciò che piace. Credo possa applicarsi a tutti.
“La bellezza è negli occhi 👀 di chi la guarda!”.
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Parole sante.
Ciao Valy.
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Il tecnico osserva l’opera con la Mente (il pensiero, la razionalità, il giudizio).
Ma l’opera d’arte parla ad un’altra parte di noi, il cosiddetto Cuore.
E non necessariamente serve un significato nell’opera, dato che ognuno ci legge il suo.
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Io sono sempre un po’ troppo critico.
Per questo non amo troppo l’arte astratta: la vedo non attinente alla realtà.
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L’arte astratta credo sia una questione puramente di bellezza estetica: non raffigura nulla, se non quello che ognuno ci vuol vedere dentro.
Alcuni quadri mi piacciono.
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This church is quite beautiful, with a big basilica feeling. It has a great green basilica flagstone floor. However, the overall design is veryiful and many tourists come to see it every day. How can someone just “view it with occhio “tecnico”” do you mean?
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Io mi sono sempre chiesta perché i simboli del cattolicesimo debbano essere legati alla morte e solitamente abbastanza macabri (madonne che prestano serpenti o abbracciano figli morti,Gesù crocifisso, scene violente ecc)quindi sempre legati alla sofferenza .
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Per non parlare dei santi (Stefano, Sebastiano, etc): sempre rappresentati nei momenti di massima sofferenza.
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Mi sono permessa di citare il tuo articolo nel mio ultimo post
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Grazie, dopo passo
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Non sono bolognese, sono di Padova
🙂
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