Pink Tax

Care amiche in ascolto, lo sapevate che i prodotti femminili – a parità di condizioni rispetto a quelli maschili – costano mediamente il 7% in più?
Forse ve ne eravate già rese conto facendo la spesa o svolgendo le normali attività quotidiane, ma il DCA (Department of Consumer Affairs) di New York ha fatto una ricerca mirata ad individuare ed a quantificare quanto costi ‘di più’ essere donna.
Sono stati analizzati i prezzi di prodotti simili ma che vengono posti in vendita differenziandoli “per lui” e “per lei”, in particolare giocattoli, vestiti per bambini, abiti per adulti e prodotti per la cura ed il benessere del corpo.
Si fanno scoperte sensazionali, eccone alcuni esempi:
– il monopattino “Radio Flyer My 1st Scooter” in versione femminile costa il 50% in più rispetto alla versione per maschietti (cambia solo il colore e l’adesivo)
– il casco da bicicletta azzurro con lo squalo costa la metà rispetto a quello rosa con l’unicorno
– la maglietta T-shirt per lei costa il 20% in più rispetto a quella identica ma etichettata “per lui”

e poi decine, centinaia di altri esempi che vanno dal rasoio a lametta, ai jeans, allo shampoo, ai servizi di lavanderia (lavare i capi femminili sembra assurdo ma spesso costa di più), ai pannolini anti incontinenza per anziani, alle assicurazioni RCA.
Tutto ciò che è “per lei” costa di più.
Addirittura in Italia la tassazione per gli assorbenti intimi è al 22% che corrisponde a quella per beni di lusso, laddove per esempio il rasoio da barba è al 4% perché “bene di prima necessità”. Come se contenere le mestruazioni non fosse di primaria importanza.

Quindi, quando si parla di uguaglianza tra uomo e donna, non guardiamo solo alle disparità salariali o ai numerosi diritti delle donne che vengono perennemente violati, ma guardiamo anche al portafoglio e chiediamoci come mai esistano leggi che permettono questa discriminazione magari non evidente, ma che incide profondamente nell’arco di una vita a carico delle donne.



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24 risposte a Pink Tax

  1. 76sanfermo ha detto:

    Non lo sapevo…
    E come viene giustificato questo “rialzo” per le fortunate , piccole e grandi?
    Ci deve essere una risposta , ma a chi chiedere?
    Ci farò caso perché la faccenda mi interessa molto , chissà se tutti i consumatori ne sono informati ( o se ne sono accorti da soli) ?
    Grazie , oggi il tuo e’stato un “servizio sociale”……….

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  2. indianalakota ha detto:

    Grande! Io é da un bel po’ che lo dico:é semplicemente vergognoso!

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    • kikkakonekka ha detto:

      Ci ho messo un po’ a scrivere questo ‘post’, perché prima ho voluto verificare in internet se i dati fossero veritieri.
      E lo sono eccome, anche al semplice supermercato ce ne possiamo accorgere (vedi reparto cura del corpo e dintorni).

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  3. lali1605 ha detto:

    E te pareva….

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  4. neurocaffeine ha detto:

    Le donne sono generalmente più esigenti, il mercato si adegua aumentando prezzo in base alla domanda. Scherzi a parte, più che l’esistenza di leggi che lo permettono la cosa scoraggiante è che non esistano leggi che lo vietino. Come italiani abbiamo sempre bisogno di qualcuno che ci impedisca con la forza ciò che sarebbe opportuno astenersi dal fare. Insomma, per l’uso del buon senso non siamo dotati di libretto di istruzioni.

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  5. Francesca ha detto:

    E’ uno studio americano quindi spero che questa disparità sia così marcata solo negli stati uniti. Al di là ci ciò ho letto lo studio e le disparità differenziate sembra molto evidenti. Pare quasi inverosimile da tanto è assurda questa cosa eppure è vera. Io non c’avevo mai fatto caso… riscontrate questa cosa anche in Italia? Io non so davvero perché. Non credo sia qualcosa contro le donne in quanto donne C’è un comportamento di acquisto che influenza i prezzi e mi piacerebbe capire perché noi effettivamente siamo più “willing” ad accettare prezzi più elevati. Interessante. Grazie dell’articolo.

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    • kikkakonekka ha detto:

      Ci ho messo un po’ a scrivere questo post, perché prima ho cercato conferme nel web, trovandole senza eccessiva difficoltà.
      Le spiegazioni ‘macroeconomiche’ sono semplici: le donne sono più portate per lo shopping e a parità di offerta l’aumento di domanda spinge all’aumento dei prezzi, ma credo che si possa profilare anche come aumento dei prezzi fine a se stesso, dato che spesso il mondo femminile è disposto (come dici giustamente tu) ad accettare prezzi più alti pur di avere il prodotto che si desidera.
      Ciao Francesca e grazie per il contributo.

      K!

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  6. Mastrenza ha detto:

    Molto interessante, inizierò a notare i prezzi e le eventuali differenze… grazie dell’articolo

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  7. Miss E. ha detto:

    Lo avevo notato in alcune piccole cose, ma non avrei pensato che fosse una regola. Credevo si trattasse di differenze di prezzo tra un negozio e l’altro. Anche perché generalmente tendo a comprare solo con le offerte.
    Quello che mi ha scioccato di più è la questione della tassazione su gli assorbenti…davvero come beni di lusso?! No perché sai tutte ne faremmo a meno 😉

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  8. Oriana ha detto:

    Spendiamo di più e guadagniamo di meno. Ottimo.

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