Il mio 2020: io, me, me stesso

Poco da fare, l’anno 2020 verrà ricordato da ognuno di noi come l’anno della pandemia da Covid-19.
Le speranze di inizio anno, quando già a gennaio stavo pianificando le vacanze estive nel nord Europa, si sono poi piano piano dissolte in un oceano di dubbi, paure ed incertezze.
Nonostante io non lavori nell’ambito della salute pubblica, ho dovuto essere presente al lavoro anche durante il lockdown.
E’ stata una esperienza assurda: strade vuote, tangenziale deserta, io in auto con l’autocertificazione.

Non ho mai avuto paura del Covid, perché ho sempre pensato che potessero bastare le giuste precauzioni per evitarlo. Ma il “distanziamento sociale” alla lunga è diventato un peso difficilmente accettabile, a livello mentale. Papà, fratello, amici. Come fare?
Mi spiace particolarmente per mio padre, che ha 86 anni e vive da solo. Lui ha dannatamente bisogno di “socialità”, e vederlo così solo mi fa star male ogni giorno. Un anno fa passava i pomeriggi al patronato, a giocare a carte con i suoi amici. Mentre adesso rimane chiuso in casa, uscendo solo per andare al cimitero o per andare in farmacia o a messa. La spesa gliela faccio io.

Alla fine mi è tornata l’ansia, che negli anni avevo imparato non dico a domare, ma quantomeno a contenere. Sono tornato dallo psicologo (esperienza negativa), e ad oggi mi sento molto instabile.
Anche al lavoro non va meglio. Nelle ultime settimane il Direttore sta prendendo decisioni che stento a comprendere, e che vanno a minare profondamente la produttività mia e quella dei colleghi degli uffici tecnici. Non bastavano le preoccupazioni personali, ora si sono aggiunte anche quelle lavorative.
Nubi grigie all’orizzonte.

L’estate, con il temporaneo calo nella diffusione del virus, ha permesso a me e famiglia di fare una bellissima vacanza nel Sud Italia, di cui ho più volte parlato nel blog. Questa vacanza è certamente l’esperienza più bella di quest’anno, probabilmente l’unica.
Ma quanto bella è l’Italia? Matera è forse la città più affascinante che io abbia mai visto in vita mia, ma che dire poi di Napoli? E la Reggia di Caserta? E gli scavi di Pompei? E Sorrento? Capri?
Una vera fortuna aver potuto portare MDM (Mia Dolce Metà) e Figlio in questi luoghi così belli che tutto il mondo ci invidia.

MDM continua con lo smart-working. Lei è un soggetto a rischio, dato che soffre di problemi polmonari cronici. Non passa giorno in cui io non ringrazi il Cielo per tenermela lontano dal Covid. Ha avuto un anno difficile, mi sono spesso preoccupato per lei.
Figlio è diventato maggiorenne. Abbastanza triste compiere 18 anni in un anno come questo. E molto più triste vederlo studiare e prepararsi per la Maturità con la Didattica A Distanza, che è una bella soluzione per chi deve studiare, ma è molto limitativa per l’apprendimento e per le finalità sociali e didattiche della scuola. Speriamo davvero che nelle prossime settimane la situazione possa migliorare.

Il vaccino sarà, nel 2021, la panacea di tutti i mali? Oppure si rivelerà solo una “toppa” in un momento così complicato per l’umanità?

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23 risposte a Il mio 2020: io, me, me stesso

  1. wwayne ha detto:

    Anche mia nonna ha lo stesso problema di tuo padre: chiusa in casa si sente soffocare, ha un disperato bisogno di uscire e quindi assilla la sua badante tutti i giorni nella speranza di prenderla per sfinimento e indurla a portarla fuori pur di farla tacere.
    Io invece fin dall’inizio della pandemia ho limitato le uscite al minimo indispensabile, perché anche mio padre soffre di problemi polmonari cronici, e quindi ha quel tipo di patologia pregressa che abbinata al covid lo farebbe secco in men che non si dica. Riuscirei a farmene una ragione se gli attaccassi il coronavirus a seguito di un’uscita di cui non potevo assolutamente fare a meno, ma se lo contagiassi per un’uscita che mi potevo tranquillamente risparmiare non me lo perdonerei per il resto dei miei giorni.
    Forse l’unica uscita superflua sono state come nel tuo caso le vacanze estive, che ho trascorso nella mia amata Liguria. Sono stato in dubbio se andare o meno fino ad inizio Agosto, poi la voglia di rivedere la sua gente e gustare le sue prelibatezze (unita ovviamente al basso numero dei contagi che c’era in quel periodo) ha avuto la meglio. Non me ne sono assolutamente pentito.
    Anzi no, se vogliamo c’è stata anche un’altra uscita superflua: a Settembre un mio ex collega ha fatto una cena di addio (aveva ottenuto il trasferimento in un’altra scuola e voleva salutarci così), e io ho accettato di andare. Ho pensato che in fondo eravamo tutti professori, quindi si supponeva che fossimo tutte persone assennate e responsabili e che nessuno di noi avesse contratto il covid assumendo comportamenti a rischio. In quel caso non ne è valsa assolutamente la pena, perché essendomi seduto ad una tavolata relativamente lunga (eravamo in 7) poi per diversi giorni ho dovuto convivere con la paura di essermi infettato, e soprattutto di aver contagiato anche mio padre. Poi non è successo nulla né a me né agli altri 6, ma è un rischio che non dovevo correre.

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    • Kikkakonekka ha detto:

      Sono diventato abbastanza fatalista, nel senso che se deve accadere qualcosa, temo che accada nonostante i nostri accorgimenti. Detto questo, io non sono MAI uscito con amici, parenti o colleghi dall’inizio della pandemia. Vado tuttavia in ufficio (mascherina sempre è distanze) a fare la spesa (mascherina, ma senza distanze) porto la spesa a mio padre, e sono andato a trovare mio fratello alcune volte.
      Il rischio semmai arriva dal figlio. il quale è attento, ma si vede con gli amici tutti i giorni per circa un’ora, pur con la mascherina. E’ la sua unica ora di uscita al giorno, non posso negargliela, anche perché camera sua è piccola, la nostra casa è piccola, e non deve diventare una prigione.

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      • wwayne ha detto:

        A differenza di mia nonna, tuo padre e tuo figlio io sono sempre stato un tipo molto “casalingo”, quindi stare senza mai uscire anche per mesi non mi è pesato per niente. Ma come hai detto tu, quello che per me è un nido per altri può essere una prigione, e a diverse percezioni corrispondono diversi comportamenti. Grazie per la risposta! 🙂

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        • Kikkakonekka ha detto:

          Dipende dall’età.
          A 18 anni (mio figlio) c’è un gran bisogno di uscire di casa, anche solo per 1 ora. C’è da dire che mio figlio NON fa assembramenti, si trova con un paio di amici e fa la solita passeggiata per le strade di quartiere.

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          • wwayne ha detto:

            Dipende anche dal carattere. Ad esempio, ai miei occhi un amico o una fidanzata che pretende di vedermi tutti i giorni sarebbe troppo assillante, e quindi non accetterei di vederlo/a così spesso a prescindere dal covid.
            Questa mia scarsa disponibilità ad avere rapporti “quotidiani” è uno dei motivi per cui le mie relazioni sentimentali sono sempre naufragate: quasi tutte le donne se stai un giorno senza sentirle si sentono subito trascurate.

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            • Kikkakonekka ha detto:

              🙂
              Altre invece se le chiami tutti i giorni “che fai, mi controlli?”

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            • wwayne ha detto:

              Io non le ho mai trovate, sono incappato quasi sempre in delle stalker. L’ultima l’ho lasciata soprattutto per questo motivo giusto un mese prima che scoppiasse l’epidemia. Un po’ mi è dispiaciuto, perché era molto bella e mi voleva bene, ma dopo pochi mesi la sua tendenza a tempestarmi di messaggi (anche dopo che l’avevo pregata di diradarli) era diventata soffocante per me. Che dici, ho fatto bene?

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            • Kikkakonekka ha detto:

              Non posso dire nulla.
              Se ci si lascia, significa che il legame si è sciolto.

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            • wwayne ha detto:

              Non ne sono altrettanto convinto. Talvolta prendiamo una decisione di pancia, e soltanto riflettendoci a mente fredda ci rendiamo conto di essere stati avventati o semplicemente stupidi. In questo momento la mia intenzione è contattarla subito dopo essermi vaccinato (prima sarebbe inutile, perché non potremmo rivederci), poi magari cambierò idea. Grazie ancora per la chiacchierata, piacevolissima come sempre! 🙂

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  2. Vittorio ha detto:

    Il 2020 sarà un ricordo diverso per ognuno di noi. L’esperienza che abbiamo fatto ci ha cambiati e ci ha messo davanti al cambiamento imprevisto. Abbiamo rinunciato ai nostri programmi per inventarci qualcosa di nuovo. Abbiamo affrontate difficoltà nuove e siamo arrivati a soluzioni creative. Siamo stati fortunati che nel 2020 la tecnologia è stata in grado di farci mantenere i contatti che avremmo perso. Tra qualche anno potremo valutare le conseguenze di questi eventi e nel mentre dobbiamo solo rimanere coerenti e uniti nello stare bene.
    Personalmente dico che se non ci fosse stato il virus non avrei avuto la forza di cambiare alcuni aspetti della mia vita come invece ho fatto

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    • Kikkakonekka ha detto:

      A livello lavorativo, il covid ci ha portato a scelte obbligate che si sono rivelate vincenti, e che avremmo potuto adottare anche prima.
      A livello personale sento molto il peso della situazione, lo ammetto.

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      • Vittorio ha detto:

        vorrei che anche da me, al lavoro, ci fosse stato un cambiamento di mentalità. purtroppo vedo molte persone ancora arroccate al vecchio
        a livello personale ognuno di noi ha risposto come poteva e credo che essendoci ancora molta strada davanti si possa trovare una via migliore per reagire

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  3. silvia ha detto:

    Passerà anche questa come passa tutto nella vita prima o poi. Ci si è dovuti adattare a uno stile di vita diverso ma i cambiamenti sono stati anche positivi, quindi bisogna solo aspettare che questo problema si risolva, poi ognuno tornerà alla sua vita normale.

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  4. Neogrigio ha detto:

    per me il vaccino è solo un pretesto per altre finalità, ma spero di sbagliarmi. Mi spiace sentire di questo tuo stato di cose: la tua ansia, ma paura per tua moglie, le difficoltà lavorative….penso siano in molti ad avere questi problemi o anche di peggiori a causa del virus. Io fondamentalmente non posso lamentarmi, la socialità mi manca ma sto bene anche solo…a dirla tutta ho preferito di gran lunga il 2020 al 2018. Incrociamo le dita e speriamo in un 2021 migliore

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  5. valentina ha detto:

    E’ tutto molto soggettivo, sicuramente è un momento che a volte sembra quasi surreale, tutto appeso ad un filo, ma abbiamo anche imparato a conviverci e a tirarne fuori anche qualcosa di buono, tipo aver più tempo a disposizione

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    • Kikkakonekka ha detto:

      Il tempo ora è impiegato in modo più consapevole, per fini di utilità, e non per il cazzeggio fine a se stesso.
      Per esempio si esce meno con gli amici (non si esce affatto…) ma puoi leggere un libro o guardare un film, o fare un sudoku o un puzzle.

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  6. Paola Bortolani ha detto:

    Un anno difficilissimo per tutti, per quanta buona volontà ognuno di noi ci abbia messo. Non abbiamo riferimenti, esperienze, speranze che possano aiutarci. Spero anch’io nel vaccino, anche perchè è l’unica speranza

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