D&D – Domenica e Dischi. I miei album preferiti del 1993

Continua la mia rubrica settimanale “D&D – Domenica e Dischi”, dove faccio una carrellata dei miei album preferiti dal 1973 fino al 2024.
Oggi parliamo dell’anno 1993.

Il 1993 è un anno per me importantissimo, a livello personale, dato che accadranno molti eventi fondamentali.
Mi lascio con Chiara, mia morosa da alcuni anni. Anzi: è lei che mi molla, più o meno verso maggio. Ci resto talmente male, che il medico mi spedisce 10 giorni in montagna per riprendermi, mi accompagnerà mio fratello.

[grazie Ricky]

Ma nel frattempo stavo preparando la tesi, con la laurea prevista in Ottobre. Nulla è perduto, la laurea non viene rimandata. Se non fosse che il giorno della consegna della tesi faccio un incredibile incidente in bicicletta, che richiede il ricovero in Pronto Soccorso. Dolente e sanguinante consegno la tesi a mio fratello, compilo velocemente una delega per la consegna, e lo spedisco alla Facoltà di Statistica, dove riuscirà nell’intento.

[grazie ancora Ricky]

Io uscirò malconcio, ma intero, e la discussione della tesi viene confermata per il 22 ottobre. Per il festeggiamento della laurea inviterò un sacco di amici, compagni di scuola e parenti (è questo il regalo che chiesi: poter fare una festa con numerosi invitati) se non fosse che 2 giorni prima muore un mio ex compagno di classe, e la mattina stessa della laurea ci sarà il funerale. Io ovviamente non andai al funerale, ed i compagni di classe vennero comunque alla mia “festa” pomeridiana, ma con la tristezza nel cuore.

[ciao Lorenzo]

Dopo la laurea non mi persi d’animo: subito un corso di avviamento professionale con stage aziendale, e ricerca degli amici – che avevo per tanti anni colpevolmente tralasciato – per non rimanere a casa da solo.
I primi tempi furono difficili, ma poi iniziò un periodo spumeggiante, con nuove amicizie, una nuova compagnia, e moltissime ragazze da conoscere. Benché ancora “scottato” da Chiara, conobbi Daniela. Fu un bellissimo incontro.

A livello musicale, il 1993 è stato un anno davvero magico, pieno di dischi bellissimi, davvero indimenticabili. Piano piano smetto di dare ripetizioni (le cui entrate mi permettevano di pagarmi le spese di vario tipo, dischi inclusi), ma il corso di avviamento prevede una borsa di studio (circa 500mila Lire di allora) che per me rappresentano una risorsa importantissima. Continuo dunque a comperarmi dischi a ripetizione.

Eccovi i miei 10 album preferiti del 1993.
Buona lettura.

#10 2 Unlimited: “No Limits”

Nel 1993 vado spessissimo in discoteca, dove spadroneggiano due stili musicale: la “eurodance” e la “techno”. A me piacciono entrambi. Non che io adori ballare in pista, ma a me la musica da discoteca piace anche solo “ascoltarla”, tant’è che spesso mi compero dischi che ascolto nei vari locali, e che poi mi riascolto a casa su vinile. Un album molto distintivo di quel periodo è proprio “No Limits”, che mescola la techno con la musica elettro-pop, ma che soprattutto propone eurodance di primissimo livello, tant’è che questo album vende oltre 3 milioni di copie nel mondo, e raggiunge il 1° posto nel Regno Unito e nei Paesi Bassi. Molte canzoni per me memorabili: “No Limit”, “Tribal Dance”, “Faces”, “Maximum Overdrive”, “Let the Beat Control Your Body” e “Get Ready for This”.

#9 U2: “Zooropa”

8° album della band irlandese, con la fantastica produzione di due veri maestri dello studio di registrazione, Flood e Brian Eno. Anche in questo album si continua nel filone di “rock-alternativo” sulla falsariga del precedente – e bellissimo – “Achtung Baby” del 1991. Un brano veramente atipico (“Numb”), un altro molto elaborato (“Lemon”), uno ispirato a Frank Sinatra e poi diventato parte della colonna sonora del film “Così lontano così vicino” di Wim Wenders (“Stay (Faraway, So Close!)”), ed in generale un sound che li rende sempre immediatamente riconoscibili.

#8 A-ha: “Memorial Beach”

Il sound degli A-ha si fa più rock e meno elettronico, privilegiando atmosfere più soffuse e ritmi più lenti. Si tratta di un album che definirei di “Easy Listening” pieno di brani piacevolissimi – tra i quali “Dark Is the Night for All” e “Move to Memphis” – ma soprattutto la malinconica “Angel in the Snow”, che venne addirittura bandita da MTV perché giudicata, unitamente al video, “troppo triste”. Una decisione che non ho mai condiviso: la canzone è bellissima, e la sua versione strumentale è struggente.

#7 Ace of Base: “Happy Nation”

Dopo i norvegesi A-ha, ecco gli svedesi Ace Of Base. Un album di perfetto euro-pop, con molte derive verso la dance, impreziosito da canzoni che avranno un successo incredibile in tutte Europa – Italia inclusa – come “All That She Wants” e “Wheel of Fortune”. Ricordo perfettamente una serata in discoteca in cui facevo il filo ad una tipa – invero irraggiungibile, davvero troppo gnocca – ballando insieme proprio “All That She Wants” (vedi ‘post’ di ieri).

#6 Vasco Rossi: “Gli Spari Sopra”

10° album del rocker di Zocca, tra l’altro l’unico che io abbia inserito nelle mie “top 10” che pubblico ogni settimana. Sì, perché include non solo “Delusa” e “Vivere”, ma soprattutto “Gli spari sopra (Celebrate)” che potrà sembrare strano, ma è la mia canzone preferita di tutta la carriera discografica di Vasco, benché sia una sorta di cover, dato che la musica è tratta dal brano “Celebrate” della band irlandese “An Emotional Fish”. La trovo una ottima canzone.

#5 New Order: “Republic”

6° album dei bravissimi New Order, che anche in questo caso riescono a raggiungere il 1° posto della classifica inglese. Il suono è sempre synth-pop, anche se si sentono in molte canzoni sonorità dance e rock. Il disco nasce sotto pessimi auspici: i ricavi dovranno servire per salvare la casa discografica “Factory Records” e il famoso nightclub “The Haçienda”, nei quali la band aveva investito parecchi dei loro guadagni, e per giunta durante la stesura dei brani i 4 membri della band iniziarono a litigare tra loro. Nonostante questi problemi, l’album ottiene il consenso del pubblico, anche grazie ai singoli estratti: “Regret”, “World”, “Ruined in a Day” (il mio preferito) e “Spooky”.

#4 883: “Nord Sud Ovest Est”

“Come Mai” è stata la colonna sonora di una intera stagione, quando con gli amici andavamo al locale “La Pavana” dove la serata finiva ballando sui tavoli. Un periodo memorabile, tra i più belli della mia vita.
E poi “Nord Sud Ovest Est”, brano in cui mi riconoscevo moltissimo (“… e forse quel che cerco neanche c’è”), “Sei un mito” (molto quotata in discoteca) e la bella “Nella notte”. Ma in generale si tratta di un album molto generazionale, che mi ha accompagnato lungo un anno per me così pieno di eventi importanti.

#3 The Beloved: “Conscience”

Metto questo al 3° posto con molta amarezza, perché se fosse stato pubblicato in un altro anno, avrebbe certamente raggiunto il 1° posto. Ma nel 1993, come vedremo tra poco, sono stati pubblicati due album davvero incredibili, inarrivabili.

“Conscience” è un ottimo album. Ho già raccontato (vedi “Happiness”, anno 1990) di come il cantante dei Beloved, Jon Marsh, sia sempre stato molto comunicativo con i fans, ed ancora oggi – dopo tanti anni – io mi tenga in contatto con lui anche a livello personale. Anni fa (ne parlai in questo articolo) mi spedì personalmente a casa numerosi dischi del tutto introvabili in commercio.
Dopo il precedente “Happiness”, il duo si ricompone: Steve (il chitarrista) lascia la band e viene rimpiazzato da Helena (moglie del cantante Jon, entrambi tastiere). Il sound pertanto abbandona le venature rock (molto flebili, peraltro) per abbracciare sonorità dance/pop che li porta ad importanti successi nelle classifiche di tutta Europa, basti pensare che la canzone di maggiore successo – la mitica “Sweet Harmony” – ancora oggi viene considerata una della canzoni più identificative e di successo degli anni ’90. Accanto ad essa “Outerspace Girl”, “You’ve Got Me Thinking”, “Celebrate Your Life” e “Rock to the Rhythm of Love”. Un album splendido.

E’ successo nel 1986, si è ripetuto nel 1990, accade anche nel 1993: due album ex-aequo al primo posto. Perché entrambi bellissimi, entrambi iconici, entrambi per me stupendi ed indimenticabili. Gli artisti sono sempre loro: Depeche Mode e Pet Shop Boys. Eccoli.

#1 Depeche Mode: “Songs of Faith and Devotion”

Un album in cui si mescolano mille emozioni. Canzoni che cantano il dolore, la passione, la lontananza, la religione, l’incomprensione, l’amore. Canzoni scritte con il sangue e con le lacrime.
La prima volta che ascoltai “I Feel You” fu vedendone il video su MTV. Ebbene: mi commossi fino alle lacrime. Lacrime vere, mi misi a piangere come un bambino.
E lo stesso accadde ascoltando la prima volta, questa volta con le cuffie, la struggente “Walking in My Shoes”. Commozione pura.
Ma lo scuotimento interiore arriva anche con “Condemnation”, la dolente “In Your Room”, e poi “Higher Love”, “Judas”, “Mercy in You”, “One Caress”. I titoli dei brani spiegano molto sul contenuto delle canzoni.
Un album purificatore.

#1 Pet Shop Boys: “Very”

La mia band preferita torna con un album molto “visuale” ed all’avanguardia, dove anche a livello di immagine vediamo per la prima volta la connessione della musica con la computer-grafica.
Loro, Neil e Chris, si presentano con un look molto nuovo, ma soprattutto con un album di puro pop elettronico, dal packaging esclusivo (la confezione del CD sempra fatta con i Lego), premiato dal 1° posto in classifica.
Il loro ritorno coincide con una canzone dallo splendido incipit, “Can You Forgive Her?”, che parla del sentirsi umiliati quando ci si accorge di non essere ricambiati affettivamente, e che musicalmente mi ha sempre conquistato.
E poi la famosissima “Go West”, che porta i Pet Shop Boys ai primissimi posti delle classifiche di tutto il mondo, e che ancora oggi è tra i brani maggiormente rappresentativi dell’intera loro carriera discografica.
E poi altri brani di grande impatto, anche a livello di video musicale: “Liberation”, “Yesterday, When I Was Mad”, “I Wouldn’t Normally Do This Kind of Thing”.
Non dimentichiamo poi che le prime 25mila copie di “Very” vennero vendute accompagnate da un secondo album a tiratura limitata – “Relentless” – quasi totalmente strumentale e splendidamente elettronico.
Un album di enorme impatto non solo nelle classifiche, ma specialmente nelle mie emozioni.

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33 risposte a D&D – Domenica e Dischi. I miei album preferiti del 1993

  1. Belin che avventura la laurea
    Buona domenica

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  2. Raffa ha detto:

    Oggi scelgo Nord Sud Ovest Est, anche per me è un album legato a bei ricordi. Comunque hai avuto un sacco di sfighe nel periodo della laurea, fortunatamente risolte.

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  3. Enri1968 ha detto:

    Hai tirato dritto! Bravo.

    Ottimo album quello dei D. Mode, bella descrizione. Mi sa che me lo riascolto oggi.

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  4. Paola ha detto:

    Io nel 93 stavo per trasferirmi a São Paulo poi ho conosciuto Fil e sono rimasta qui..

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  5. Anche per me il 93 è stato un anno importante: ho incontrato Risto e da allora non ci siamo mai lasciati.
    Hai tralasciato proprio l’album migliore per me, ‘Ten Summoners’ Tales’ di Sting. 😊

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  6. gaberricci ha detto:

    Di questa lista ho presente solo l’album degli 883… che è più che leggenda. Ho ricordi memorabili di serate passate con gli amici a cantare a squarciagola la title track.
    “Viso pallido ti stai ingannando: non la troverai”

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  7. Ehipenny ha detto:

    L’album degli 883, passione di mia mamma, è il solo che io conosca a memoria nonostante non fossi ancora nata! 😅

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  8. valy71 ha detto:

    Che anno tormentato il 1993, ma sei stato davvero bravo a rimetterti in pista.
    Mi dispiace molto per il tuo amico Lorenzo.
    Ciao Andrea, buona domenica

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  9. Vittorio ha detto:

    Deprecherei mode nel loro periodo migliore

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  10. 883 Nord Sud Ovest Est, ho già raccontato, lo so, per cui mi soffermo più sulle vicissitudini destabilizzanti che si sono succedute in sequenza.
    La vita. In effetti c’è poco da aggiungere. Però voglio pensare che poi ti abbia anche in qualche modo restituito momenti fortunati.

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  11. FA minore ha detto:

    883 per me è solo il numero di un bus, ahhahhashgjfghgh!

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  12. Neogrigio ha detto:

    Come mai l’abbiamo cantata tutti per almeno due anni. Preverivo il 1992, ma Songs of faith and devotion é un album meraviglioso. ONE CARESS mi fa impazzire

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