D&D – Domenica e Dischi. I miei album preferiti del 1989

Continua la mia rubrica settimanale “D&D – Domenica e Dischi”, dove faccio una carrellata dei miei album preferiti dal 1973 fino al 2024.
Oggi parliamo dell’anno 1989.

Per me il 1989 è un altro anno importante.
E’ iniziata l’università, arriva qualche voto basso ma che accetto visto l’altissima percentuale di bocciati (spesso superiore al 90%), ma soprattutto incontro tra i banchi Chiara, che diventerà la mia prima vera morosa. Più vecchia di me, era passata a “Statistica” dopo aver capito che “Lettere” non faceva per lei. Non potendo giocare le carte della bellezza e del portafoglio, con lei sfodero le uniche mie carte, che forse sono forse le più importanti: simpatia e brillantezza nel parlare. Ho definitivamente bandito la mia timidezza, e dopo qualche sua titubanza ci siamo messi insieme, per un legame che durerà per oltre 3 anni.
Diciamo che lei era molto “casalinga”, non le piaceva molto uscire, e non amava le compagnie numerose. Questo mi ha fatto perdere un po’ di vista gli amici, e ne pagherò le conseguenze qualche anno dopo.

A livello musicale le cose vanno a gonfie vele: grazie alle ripetizioni – che continuo ad impartire con massimo profitto (personale) e successo (per i ragazzi) – posso permettermi qualche regalo a Chiara, e riesco anche a continuare i miei acquisti di dischi. Tra l’altro anche nel 1989 escono moltissimi dischi di assoluto livello, al punto che nella mia “top 10” di quest’anno mi trovo costretto a lasciar fuori parecchi dischi comunque molto belli.

Cito alla rinfusa: Belinda Carlisle: “Runaway Horses”, Malcolm McLaren and The Bootzilla Orchestra: “Waltz Darling”, Zucchero: “Oro, incenso e birra”, Elio e le Storie Tese: “Elio Samaga Hukapan Kariyana Turu”, Vasco Rossi: “Liberi liberi”, Simply Red: “A New Flame”, Eurythmics: “We Too Are One”, Spandau Ballet: “Heart Like a Sky”, Fine Young Cannibals: “The Raw & the Cooked”, Erasure: “Wild!”, Lisa Stansfield: “Affection”, Alannah Myles: “Alannah Myles”, Neneh Cherry: “Raw Like Sushi”, Phil Collins: “…But Seriously”, Shakespear’s Sister: “Sacred Heart”.

Eccovi dunque i miei 10 album preferiti del 1989.
Buona lettura.

#10 New Order: “Technique”

Un album molto bello che pongo solo al 10° posto a causa di una vera a propria overdose di dischi belli, in questo magico 1989. La stupenda “Round & Round” e la strana “Fine Time” in cima alle mie preferenze, i New Order rimangono una delle mia band preferite, grazie alle loro sonorità che sanno unire brit-pop, con il synth e con la dance.

#9 Tears For Fears: “The Seeds of Love”

Un album molto “beatlesiano”, anche grazie a “Sowing the Seeds of Love” che non esito a paragonare a “Hey Jude”, come musicalità e interpretazione. Una canzone stupenda, tra le mie preferite di sempre. A completare l’album tanti altri brani di spessore, tra cui spiccano “Woman in Chains” e “Advice for the Young at Heart”.

#8 Boy George: “Boyfriend”

Strana genesi, quella di quest’album. La casa discografica non è soddisfatta del precedente “Tense Nervous Headache” (vedi post della settimana scorsa, anno 1988) e chiede a George un nuovo album che fosse più dance e ritmato. Le canzoni erano già pronte, e George pubblica “Boyfriend” che in effetti è molto più “vivace” ed elettronico del precedente. Tanti ottimi brani tra cui “Don’t Take My Mind on a Trip”, “Lies”, “Girlfriend” (la mia preferita) e “No Clause 28” (cui dedicai questo articolo alcuni anni fa).

#7 Queen: “The Miracle”

Può apparire strano, ma questo è il mio album preferito dei Queen. Anzi, dirò di più: il mio “innamoramento” nei loro confronti inizia proprio da qui, dai brani “Breakthru” e “I Want It All”, che davvero mi rapirono. Da qui iniziai, a ritroso, ad andare alla scoperta della loro discografia, che comunque non mi era del tutto ignota. Sono arrivato tardi, me ne rendo conto. Ma meglio tardi che mai. Altri brani meritevoli di citazione “The Miracle”, “The Invisible Man” e “Scandal”, ma tutto l’album merita davvero.

#6 Holly Johnson: “Blast”

Esordio solista di Holly Johnson, ex cantante dei Frankie Goes To Hollywood.
Dopo il litigio con il manager della band (non tanto con gli altri componenti del gruppo) Holly preferisce cambiare un po’ genere musicale, lasciando le provocazioni dei FGTH e la musica rock, preferendo deviare verso un brit-pop a lui più adatto.
E’ stato un album che ho amato sin da subito. Ricordo che ero in auto, ascoltando l’autoradio, e venne messa in onda “Love Train”, di cui ignoravo l’esistenza. Dovete capire: non c’era internet, e le informazioni musicali arrivavano solo attraverso le scarse pubblicazioni sui mensili, che spesso arrivavano “tardi” sulla notizia. Una volta ascoltata “Love Train” corsi da Joao, mio spacciatore di dischi, per farmi procurare il singolo/12″. Ebbene: gli era appena arrivato, in anteprima. Ne fui felicissimo.
Per un certo periodo, dopo la comparsa dei social, tenni una corrispondenza con Holly, perché in effetti gli scrissi la mia personale “recensione” di “Love Train”, e lui ne rimase commosso (o almeno così mi disse). Accanto a questo suo singolo d’esordio troviamo anche “Americanos” “Atomic City” e “Heaven’s Here”, per un album che raggiunse il 1° posto nella classifica inglese.

#5 The Cure: “Disintegration”

Come precedentemente dicevo: una annata eccezionale, in altri anni questo album avrebbe certamente meritato il 1° posto, ma nel 1989 ci furono davvero moltissime uscite discografiche eccezionali.
Avevo adottato il sound dei Cure già dal precedente “Kiss Me, Kiss Me, Kiss Me”, e “Disintegration” è semplicemente magico, anche grazie a “Lullaby”, capolavoro assoluto anche nel video. Ho un ricordo indelebile di una serata in discoteca che venne aperta proprio da “Lullaby”, tutt’altro che una canzone da discoteca, no? Ed invece lo spettacolo fu eccezionale: luci spente improvvisamente, le prime note, poi piccole luci dal basso, effetto-fumo. Estasi.
Nell’album troviamo anche “Pictures of You”, “Lovesong” e “Fascination Street”.

#4 Liza Minnelli: “Results”

L’ultimo suo album da studio era stato “Tropical Nights”, del 1977. Dopo di esso alcuni “Live”, ma nulla di più. “Results” fu davvero un grande ed inatteso ritorno, anche grazie alla mano dei Pet Shop Boys (sempre loro, i miei beniamini), che ne producono l’album scrivendone anche metà brani. Un buon successo anche commerciale (#6 in Regno Unito) oltre che di critica, con i brani “Losing My Mind” (una cover), “Don’t Drop Bombs” (elettronica pura), “If There Was Love” (con Liza che recita il sonetto 94 di Shakespeare) e la malinconica “So Sorry, I Said”.

#3 Simple Minds: “Street Fighting Years”

Un album di una bellezza unica, con canzoni dense di significati e valori. “Street Fighting Years”, che dà il titolo all’album, parla di amore e di perdite, sottolineando il passare del tempo e il desiderio ardente di ricongiungersi con qualcuno di caro. “This Is Your Land”, oltre ad essere davvero stupenda, vede la partecipazione del grande Lou Reed. E poi “Mandela Day” che è struggente e non ha bisogno di spiegazioni, e “Belfast Child” tratta dalla musica del brano tradizionale irlandese intitolato “She Moved Through the Fair”. Un album meraviglioso dalla prima all’ultima nota.

#2 Madonna: “Like a Prayer”

Della lunghissima carriera di Madonna, questo è l’album che preferisco, al di là del suo incredibile successo ovunque (1° posto in Regno Unito, USA, Italia, Canada, Francia, Germania, Giappone, eccetera, oltre 15 milioni di copie vendute). Come al solito Madonna sceglie i migliori collaboratori in circolazione, in questo album per esempio troviamo i produttori Patrick Leonard e Stephen Bray; il tutto si concretizza in brani “epici”, come per esempio “Like a Prayer” (che dà il titolo all’album) e “Express Yourself”. Due canzoni che, tra l’altro, hanno dei remix di primissimo livello – segnalo “Express Yourself (Non-Stop Express Mix)”. Accanto ad esse brani più intimi come “Oh Father” e “Keep It Together” (canzone stupenda, che io davvero amo in modo particolare) e poi “Cherish” e “Dear Jessie”. Grande album.

#1 Dead Or Alive: “Nude”

Torno a parlare dei Dead or Alive e di Pete Burns.
Si tratta del loro “canto del cigno”, nel senso che poi pubblicheranno altri dischi, ma senza più avere quel successo che aveva accompagnato la band negli anni ’80.
“Turn Around and Count 2 Ten” fu il primo singolo: un vero flash! Una canzone stupenda nel suo genere “Hi-NRG”, ed un video che vede Pete sempre molto sopra le righe. Ed una copertina che non lascia spazio a molta immaginazione, dato che Pete si propone in modo molto “alternativo”.

Alcune delle copertine che hanno accompagnato la pubblicazione di “Turn Around and Count 2 Ten”

“Turn Around and Count 2 Ten” resterà al 1° posto in Giappone per ben 17 settimane consecutive, un record incredibile. Ci vollero ben 9 mesi prima che uscisse il 2° singolo, “Come Home with Me Baby” (anch’esso abbastanza esplicito). Questo perché nel frattempo la band aveva litigato con i produttori, e gli stessi componenti tra di loro non andavano più troppo d’accordo. E’ un peccato, perché “Nude” contiene altri brani che io amo follemente, come “I Cannot Carry On” e “My Forbidden Lover”.
Pete Burns continua a rappresentare per me un vero idolo, di energia, sfrontatezza e bellezza. Lo adoro nei suoi eccessi, e la sua voce mi trascina ad ogni ascolto.
“Nude” è l’ultimo album degno di nota dei Dead or Alive, che io continuo ad ascoltare con una certa frequenza.
La copertina in effetti era abbastanza “spregiudicata”, mia madre la odiava ed io ero costretto a nasconderla.
Posso capirla.
Ma Pete era Pete.

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25 risposte a D&D – Domenica e Dischi. I miei album preferiti del 1989

  1. Raffa ha detto:

    Oggi vado a colpo sicuro su Madonna, Like a prayer è una delle mie preferite, ma grazie per avermi ricordato anche canzoni come Oh father e Dear Jessie, che allora ascoltavo quasi a ripetizione, e adesso avevo ormai dimenticato. Molto bella anche Woman in Chains dei Tears For Fears. Buona domenica!

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  2. Vittorio ha detto:

    una classifica in cui ti rispecchi al 101%

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  3. Massi Tosto ha detto:

    Quello dei SM niente male direi, ciao K

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  4. luisa zambrotta ha detto:

    Buona domenica 🎶🎶🎶

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  5. Paola ha detto:

    Mi piacciono tutti !

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  6. gaberricci ha detto:

    Hai dimenticato il vero capolavoro del 1989…

    … Io! 🤣

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  7. Fa minore ha detto:

    Tears for fears, The Cure, Simple Minds, Dead or Alive! Di quelli che hai sacrificato conosco solo pochi nomi e non credo) i loro album, ma i Fine Young Cannibals e Neneh Cherry… sì!

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  8. Fritz Gemini ha detto:

    che tuffo nel passato e nel cuore. L’album dei Simple Minds STUPENDO! Scusa il maiuscolo. Degli almum italiani del 1989, credo ci fosse un album di Zucchero (lo so non a tutti piace) che era una vera libidine.. non ricordo il titolo 🙂

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  9. Neogrigio ha detto:

    Per me il capolavoro di Disintegration è Plainsong, ogni volta che l’ascolto ho i brividi

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  10. Neogrigio ha detto:

    Ah… Like a prayer… Memorabile

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