K! e… il fumo

(lettura sconsigliata a chi pensava che io fossi una persona dotata di raziocinio)

Andavo alle medie, quando un compagno di classe mi fece fare il primo “tiro” ad una sigaretta. Credendo di darmi un “tono” continuai ad accettare le sigarette offertemi, fino a quando per strada un negoziante uscì in strada e ci intimò di smettere perché ci faceva male.
Smisi.

All’età di 18 anni ricominciai a fumarne qualcuna, specialmente a casa di qualche amico durante una delle nostre mitiche feste, dove ne combinavamo di tutte (ma andando sistematicamente in bianco con le ragazze).
Arrivammo a “rollarci” le sigarette con il tabacco “tagliato” con l’Ariosto (sì, proprio lui, il condimento per il pollo) perché come qualcuno ci aveva fatto notare, il fumo era più buono se aspirato con gli aromi della bustina.
Era vero.

Poi arrivò la Fede, morosa dell’amico Zax, la quale ci faceva procurare “erba” di prima qualità.
Ce la siamo fumata in un paio di occasioni proprio a casa di Zax usando la pipa del nonno.
Il calumet della pace.
Ridevamo come dei deficienti.
Per certi versi bei tempi, ma anche tempi stupidi.

Poi io smisi, non che fosse una scelta difficile visto che non ero un fumatore, ma facevo solo lo scemo alle festicciole.
E, a ben vedere, posso anche affermare di non avere mai comperato un pacchetto: le sigarette me le avevano sempre offerte.

“No, grazie. Sei molto gentile ma ho smesso”