Due ruote e qualche pensiero

Mio figlio non ha ancora la patente e per spostarsi utilizza sempre la bicicletta.

Il problema risiede nel fatto che mentre fino a qualche mese fa i suoi interessi erano limitati al quartiere, con rare “escursioni” a pochi Km da casa, ora le sue abitudini sono cambiate.
Tre i motivi:
1- La sua nuova compagnia di amici si ritrova in centro Padova, mentre noi abitiamo nella prima periferia
2- Il figlio ha trovato un piccolo lavoretto in “zona ospedali”, a circa 8 Km da casa
3- Ha trovato una “morosa” che abita a circa 10 Km da casa

Ecco dunque che mio figlio ha fatto della bicicletta non solo un mezzo di trasporto, ma proprio una necessità per la sua stessa vita sociale.
Io, come genitore, rimango sempre un po’ preoccupato quando lui esce di casa, perché specialmente di sera la bicicletta è un mezzo di trasporto un po’ pericoloso: basta un nulla per scivolare (specialmente se la strada è umida o bagnata) e finché non lo sento rientrare rimango sempre un po’ in ansia.
Piccolo fattore positivo: Padova è piena di piste ciclabili, spesso delimitate e non a bordo strada.

Nel frattempo il figlio sta studiando per la patente, ma i tempi per ottenerla si sono irrimediabilmente dilatati, causa Covid: 9-10 mesi, ci hanno detto in autoscuola, per cui prima di maggio 2022 non se ne parla.

Lui non sopporta che io gli faccia le “prediche” invitandolo sempre ad essere cauto ed a rientrare presto, per cui rimango nei miei crucci, consapevole che quando lui andrà in giro in auto rimarrò ugualmente preoccupato perché si possono fare incidenti.

Brutta cosa essere genitori.

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39 risposte a Due ruote e qualche pensiero

  1. La bottega di carta ha detto:

    Hai ragione capisco benissimo

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  2. Vittorio ha detto:

    non è brutto essere genitori. ci sono delle difficoltà da gestire ma che non cambiano il senso della responsabilità.
    tuo figlio capirà da solo il valore della prudenza e della cautela, ma tu rimarrai sempre lì a vigilare e pronto a dare suggerimenti.
    che bici usa tuo figlio?

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  3. Martina ha detto:

    Pur non essendo genitore, comprendo benissimo le tue paure. Legate adesso ad un mezzo che sulle strade è pericoloso, altrettanto di un veicolo a quattro ruote, quando l’avrà. Io utilizzo entrambi, in città, e confermo le tue angosce, logiche e condivisibili.

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  4. wwayne ha detto:

    In realtà non ci vogliono 10 mesi ma un anno intero, e questo anche prima del covid. Almeno per me le tempistiche sono state queste. Ma va tenuto di conto che io sono di un’inettitudine unica riguardo alla guida: ho preso la patente a 26 anni suonati, e dopo aver raggiunto questo traguardo non ho quasi più guidato, perché ero consapevole che con la mia imbranataggine sarei stato un pericolo per me stesso e per gli altri. Magari tuo figlio scoprirà di avere talento per la guida, e questo gli permetterà di accorciare i tempi.

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  5. Raffa ha detto:

    Non sai come ti capisco, ma sappi che con l’auto le cose non cambiano. Mi è capitato di stare sveglia fino alle 2.00 aspettando il ritorno della figlia, in una serata di nebbia che si tagliava col coltello, cosa che qui da noi è abbastanza frequente. E’ brutto essere genitori di figli grandi.

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  6. vittynablog ha detto:

    Come ti capisco….essere genitori non è per niente rilassante!!!!! ❤

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    • Kikkakonekka ha detto:

      Sai, Vitty, i problemi ulteriori sono 2:
      – io sono ansioso
      – lui è poco comunicativo, per cui non manda nemmeno un messaggio per dirci a che ora torna e se va tutto bene, ed ai nostri messaggi risponde poco, tardi e malvolentieri.

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  7. valentina ha detto:

    Capisco la tua ansia ma gioisco per la nuova vita di tuo figlio. Beato lui che ha tutta una vita davanti, anche per andare in macchina !

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  8. gaberricci ha detto:

    “Quando i figli sono piccoli non ti fanno dormire; quando sono grandi, nemmeno riposare” (proverbio yiddish).

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  9. Ho sentito dire da una collega che ha una figlia grande che tra coprifuochi e lockdown ha dormito bene come non le capitava da anni! 🙂 Ora la pacchia è finita.
    Ricordo quanto fossi in apprensione le prime volte che mio fratello usciva la sera; se per caso rientravo prima io di lui, poi non dormivo finché non lo sentivo tornare… Per fortuna come mamma ho ancora molti anni davanti a me prima di affrontare questa fase.

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    • Kikkakonekka ha detto:

      Ogni cosa a suo tempo.
      Non è detto poi che a te capitino le stesse cose, per esempio mio nipote – 33 anni, figlio di mia cognata – non ha quasi mai fatto preoccupare i suoi genitori per gli orari e le modalità di rientro, sempre ligio a regole ed orari. Non come il mio…

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  10. Hadley ha detto:

    Prova a sentire altre autoscuole perché non mi risultano tempi così lunghi… Anche se indubbiamente si sono un po’ allungati da quando l’ho fatta io… Che poi quando guiderà l’auto sarai ancora più preoccupato probabilmente

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  11. Sii felice che si accontenta ancora della bicicletta, sento i figli delle mie amiche che chiedono il motorino!

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  12. Centoquarantadue ha detto:

    Ancora non ho di questi problemi ma tremo al pensiero.

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  13. Pingback: Aggiungi un posto a tavola – Lapinsù

  14. Paola ha detto:

    I miei figli hanno la bicicletta, il motorino (uno), la moto (l’altro), la macchina … brutta cosa essere genitori

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  15. alicespiga82 ha detto:

    Io non sono madre, ma sono figlia di una madre ansiosa che non dormiva finché non mi sentiva rientrare in casa. A casa mia c’erano tantissime regole (alcune sensate, altre un po’ meno). Sono andata a vivere da sola a 26 anni pur di uscire dalle loro regole e dal controllo di mia mamma: è stata la scelta migliore che io abbia mai preso. Ora ho un ottimo rapporto con i miei genitori e penso dipenda soprattutto dal fatto che non vivo con loro da oltre dieci anni. 😉

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    • Kikkakonekka ha detto:

      Anche mia madre era ansiosa, e mi ha trasmesso questa infausta caratteristica.
      Cerco di tenerla a freno, ma a volte esce, specialmente verso il figlio.

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      • alicespiga82 ha detto:

        Mia nonna è ansiosa, mia mamma è ansiosa, io sono ansiosa. Ci vuole tanta pazienza (più con se stessi che con gli altri). Importante è esserne consapevoli, non fare finta di essere diversi da quello che si è: siamo fieri portatori di ansia. 🙂

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