Saturday Pop. Karen Carpenter: “Karen Carpenter”

“The Carpenters” è il nome di un duo di musicisti formato dai fratelli Richard e Karen Carpenter.
I due fratelli, nati nel Connecticut, si trasferirono da bambini in California, dove svilupparono le proprie abilità musicali e canore.
Ebbero un successo straordinario tra il 1969 ed il 1983, pubblicando oltre 10 album, arrivando al 1° posto in classifica numerosissime volte e vendendo oltre 100 milioni (avete letto bene) di dischi.
La loro enorme fama li portò praticamente a pubblicare un album all’anno, e ad essere incessantemente in tour ed ospiti ai programmi televisivi.


Richard e Karen Carpenter

Con la loro immagine pulita da bravi ragazzi, e con la loro musica di easy listening infarcita di country e folk, divennero negli Stati Uniti dei veri e propri beniamini nazionali.

Purtroppo il loro impegno musicale – senza praticamente avere mai una settimana di pausa tra dischi, concerti ed apparizioni televisive – portò i due fratelli a sviluppare gravi problemi di origine nervosa.
Richard Carpenter iniziò a soffrire di insonnia e di attacchi di panico, cominciò a curarsi con il “metaqualone” (farmaco sedativo simile ai barbiturici), ma ne fece un uso talmente prolungato che alla fine dovette essere ricoverato e curato per la dipendenza dal farmaco.
Karen Carpenter iniziò invece a soffrire di una grave forma di anoressia, che la portò a pesare solo 41 Kg.

Anno 1979.

Quando Richard iniziò a prendersi una lunga pausa per essere curato, la sorella Karen pensò di coronare un suo piccolo sogno: pubblicare un disco da solista.
Per far questo non badò a spese: investì di suo pugno ben 400mila dollari, mentre altri 100mila dollari li mise la A&M, la casa discografica.
Karen si spostò a New York, entrò in studio di registrazione con il famoso produttore Phil Ramone, e si avvalse dei musicisti della band di Billy Joel. Una ottima squadra, senza dubbio.
Ma iniziarono i problemi.
Innanzitutto di ambientamento: Karen aveva sempre vissuto in un ambiente ovattato e protetto, una comfort zone dalla quale non era mai uscita. Trovarsi da sola nella New York della fine degli anni ’70 fu per lei traumatico.
Lo stile musicale della canzoni che le vennero proposte era molto differente dal folk/country che era stata abituata a cantare sin da bambina. Nonostante la sua bravura, e le sue innate qualità vocali, sembrava che le canzoni non le si addicessero troppo, con i loro ritmi pop e dance.
E poi i testi delle canzoni. A lei piacquero sin da subito: da “ragazza della porta accanto”, finalmente Karen si trovava a canzare cantoni adatte ad una donna adulta (nel 1979 Karen aveva 29 anni), con anche alcuni testi con riferimenti espliciti alla sessualità ed al coinvolgimento passionale.
Apriti cielo! Quando fece ascoltare i provini alla mamma, lei le disse che doveva vergognarsi a cantare cose del genere. Ma Karen non si perse d’animo, e finì per incidere oltre 20 brani, che vennero poi sottoposti al giudizio finale della casa discografica.

La A&M di New York si dichiarò soddisfatta del lavoro eseguito, ma la decisione finale passò alla A&M di Los Angeles che bocciò clamorosamente l’intero progetto.
Le canzoni si discostavano troppo dalla discografia dei “Carpenters”, e la A&M temeva che non avrebbe giovato alla carriera del duo.

Il disco non venne dunque pubblicato.
Karen perse il suo sogno, perse 400mila dollari, ed il suo stato di salute peggiorò ulteriormente.

Richard e Karen pubblicarono nel 1981 un nuovo album, ma la salute di Karen si aggravò, al punto che lei stessa chiese di trasferirsi nuovamente a New York per curare il suo disturbo alimentare con lo psicoterapeuta Steven Levenkron, uno degli specialisti più bravi al mondo. Riuscì a salire di peso arrivando ai 49 Kg, ma non bastò.
Tornata a casa, morì il 4 febbraio 1983 per “cardiotossicità dell’emetina come conseguenza dell’anoressia nervosa”. La sera prima aveva telefonato a Phil Ramone dicendogli testualmente:
“I hope you don’t mind if I curse. I still love our fucking record!”


Karen Carpenter (1950-1983)

La pubblicazione dell’album dovette attendere molti anni ancora.
“Karen Carpenter” venne pubblicato postumo solo nel 1996, e la critica fu concorde nel dire che la casa discografica aveva sbagliato: le canzoni avrebbero meritato di essere pubblicate subito, e Karen avrebbe potuto vedere realizzato il proprio sogno di cantante solista.

Karen Carpenter
Karen Carpenter
CD
Anno: 1996

Casa discografica: A&M
Numero di catalogo: 31454 0588 2

1 Lovelines
2 All Because Of You
3 If I Had You
4 Making Love In The Afternoon
5 If We Try
6 Remember When Lovin’ Took All Night
7 Still In Love With You
8 My Body Keeps Changing My Mind
9 Make Believe It’s Your First Time
10 Guess I Just Lost My Head
11 Still Crazy After All These Years
12 Last One Singin’ The Blues

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19 risposte a Saturday Pop. Karen Carpenter: “Karen Carpenter”

  1. Con tutte le porcate che incidono… Sembra incredibile questa storia.
    Buona giornata

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  2. allombradegliacerirossi ha detto:

    Buongiorno Andrew

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  3. Vittorio ha detto:

    Siamo lontani dalla mia galassia musicale ma è importante notare come restare ai vertici nel mondo
    Musicale non è facile. Il business domina

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  4. wwayne ha detto:

    Lodovica Comello ha raccontato che, quando lavorava ancora per la Disney, una volta ha pubblicato su Instagram una foto con lei e le sue amiche. Ebbene, la Disney le impose di cancellarla perché sullo sfondo si vedeva una bottiglia di Campari. Non nelle sue mani, non sul tavolino davanti a lei, ma sullo sfondo. Eppure, per la Disney questo già bastava per associare Lodovica Comello all’alcol, e quindi a rovinare la sua immagine da brava ragazza.
    Questo rigidissimo codice di comportamento viene imposto a tutti coloro che lavorano per la Disney, e questo è uno dei motivi per cui gli attori e i cantanti alle sue dipendenze, una volta che escono da quella gabbia, cominciano a darci dentro con dei comportamenti più trasgressivi che mai. Un esempio su tutti è Miley Cyrus, che a mio giudizio a forza di essere perseguitata dai divieti della Disney ha proprio perso la testa.
    Karen Carpenter non lavorava per la Disney, ma ha vissuto una situazione molto simile: si era creata un’immagine angelica, voleva uscirne pubblicando un album trasgressivo, ma l’azienda per cui lavorava (nel suo caso la A&M anziché la Disney) glielo impedì.
    Una parabola simile l’hanno vissuta Jim Carrey e Robin Williams: erano i 2 comici più famosi degli anni 90, ma ad un certo punto si sono stufati di fare sempre e solo commedie, e quindi hanno provato a interpretare anche dei ruoli drammatici. Non l’avessero mai fatto! Il pubblico si è sentito tradito, e ha smesso totalmente di seguirli.
    Insomma, la morale di questa storia è che può essere pesante per un artista fare sempre le stesse cose (che si tratti di canzoni o di film), ma l’alternativa è non fare proprio niente, e quindi è meglio rimestare sempre la stessa zuppa. Chi lascia la via vecchia per la nuova sa quel che lascia e non sa quel che trova, dice il proverbio – e porca miseria quant’è saggio.

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    • Kikkakonekka ha detto:

      La Cyrus non la sopporto proprio, come dici tu è andata parecchio oltre, con i suoi atteggiamenti. Musicalmente alcune canzoni non sono nemmeno male, ma non devo guardare i video, perché la trovo inguardabile.
      Lei è carina, per carità, ma se la tira in modo esagerato (preferisco mille volte Dua Lipa), e si crede strafi*a, cosa che assolutamente non è. Stesse con un profilo basso sarebbe meglio per lei.

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  5. Raffa ha detto:

    Un vero peccato, per la cantante ma soprattutto per la donna. Così giovane annientata pure da sua madre…

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  6. vittynablog ha detto:

    Che storia triste, povera figliola!!! Era così brava!!!!

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  7. gaberricci ha detto:

    Povera donna. Masticata da un sistema crudele senza alcun ritegno. Mi ricorda molto la storia di alcune star anagraficamente più vicine a me, come Britney.

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  8. Paola Bortolani ha detto:

    Li ricordo vagamente, ma non sapevo di questa storia. Grazie

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