D&D – Domenica e Dischi. I miei album preferiti del 1996

Continua la mia rubrica settimanale “D&D – Domenica e Dischi”, dove faccio una carrellata dei miei album preferiti dal 1973 fino al 2024.
Oggi parliamo dell’anno 1996.

Nel 1996 compaiono le prime coliche renali. Iniziano le corse al Pronto Soccorso, ma si tratta sempre di “sabbietta”, mai di calcolosi vera e propria, per cui inizio a bere come un cammello, ed in estate faccio la cura “idropinica”, soggiornando per 2 settimane a Recoaro Terme, bevendo litri e litri di acque dalle differenti proprietà minerali. Sono il più giovane in assoluto (nel 1996 ho 27 anni) e una paio di nonnine mi prendono in simpatia e trascorro con loro parecchie ore.
Con la morosa Daniela compaiono purtroppo le prime incomprensioni, ma tutto sommato andiamo avanti senza troppi scossoni, ma mi rendo conto che la situazione va ricomposta. Non aiuta il fatto che una sua nuova compagna di studi, con la quale stringe amicizia, sia molto indipendente e non ami le relazioni fisse con i maschietti, e Daniela in alcune occasioni si fa un po’ condizionare da lei.
Con il lavoro va bene: il nuovo ambiente mi piace ed i colleghi sono simpatici, svolgo attività che mi si addicono, e mi ritaglio una posizione di riferimento che non mi dispiace affatto. Lo stipendio, invero non molto alto, per me è comunque più che sufficiente, e mi permette di accantonare qualcosa ogni mese, oltre che di continuare ad acquistare i dischi che più mi piacciono.

Eccovi ora i miei 10 album preferiti del 1996.
Buona lettura.

#10 R.E.M.: “New Adventures in Hi-Fi”

10° album dei R.E.M., l’ultimo con lo storico batterista Bill Berry, mai ripresosi completamente dopo l’aneurisma cerebrale che lo aveva colpito l’anno precedente.
Ha venduto oltre 7 milioni di copie, e rappresenta forse l’ultimo album davvero rappresentativo della band, grazie a brani come “E-Bow the Letter”, “Bittersweet Me” ed “Electrolite”.

#9 Fugees: “The Score”

Si tratta del loro 2° album, certamente il più famoso e celebrato, con oltre 22 milioni di copie vendute nel mondo.
“The Score” è senza dubbio un capolavoro hip-hop, in cui si mescolano abilmente rap, reggae, soul e R&B con testi potenti e riflessivi. Le voci di Lauryn Hill, Pras Michel e Wyclef Jean si fondono in modo impeccabile, creando armonie che sono diventate iconiche nel panorama musicale.
I Fugees affrontano temi sociali e politici con una profondità e una sincerità che li distinguono. Da “Ready or Not” a “Killing Me Softly”, ogni canzone cattura l’attenzione dell’ascoltatore e offre una prospettiva unica sulla vita urbana, l’amore e la ricerca di libertà.
“Killing Me Softly” (una cover) è il brano che li lancia a livello mondiale, ma ad essere sincero io preferivo “Ready or Not” (che a sua volta include i campionamenti di “Boadicea” di Enya e di “Ready or Not Here I Come (Can’t Hide from Love)” dei Delfonics).

#8 Spice Girls: “Spice”

Girl power. Le 5 Spice Girls irrompono prepotentemente nel mondo musicale, ottenendo un successo assoluto con ogni singolo e ad ogni apparizione. Una formidabile azione promozionale contribuisce a farle diventare delle vere reginette del pop moderno. Le canzoni erano tutte famosissime: “Wannabe”, “Say You’ll Be There” (la mia preferita) ma anche “2 Become 1”, “Mama” e “Who Do You Think You Are?”. A me piaceva moltissimo Mel B.

#7 Elio e le Storie Tese: “Eat the Phikis”

Ancora loro. Non solo ironia (molta) ma anche tanta buona musica e canzoni assolutamente memorabili. In questo album, il loro 4°, troviamo per esempio “La terra dei cachi” (una abile fotografia dei lati negativi dell’Italia), ma anche la divertente “El Pube” e “Mio cuggino”, che prende spunto dalle leggende metropolitane. Bravissimi.

#6 George Michael: “Older”

3° album solista dell’ex-Wham, che la critica promuove (anche se non a pieni voti), ma che sembra piacere al pubblico, tant’è che al momento attuale risulta essere il 97° album più venduto di sempre nel Regno Unito. In effetti nell’album troviamo delle autentiche gemme, come la dolcissima “Jesus to a Child” (dedicata al suo ex Anselmo, morto 2 anni prima), “Fastlove” e “Spinning the Wheel”. A mio parere si tratta di un ottimo album.

#5 Suede: “Coming Up”

Benché io non fossi un fan dei Suede, accadde che di questo album mi piacessero moltissimo tutti i singoli pubblicati (“Trash”, “Filmstar”, “Beautiful One” e “Saturday Night”: per ognuno mi presi il CD singolo) ed alla fine decisi di comperarmelo. L’album cattura perfettamente lo spirito del britpop degli anni ’90 ed arriva al 1° posto nel Regno Unito, mentre tutti i singoli raggiungono la Top 5. “Coming Up” rappresenta probabilmente il punto culminante della carriera dei Suede.

#4 Electronic: “Raise the Pressure”

La band, composta da Bernard Sumner (cantante e leader dei New Order) e da Johnny Marr (chitarrista degli Smiths), propone questo secondo album che rappresenta una sorta di viaggio attraverso la musica dance degli anni ’90, con una fusione di synth pop, house e rock alternativo che definisce lo stile unico della band. Benché non ci siano singoli che emergono in modo prepotente, l’album presenta molte canzoni di ottima fattura, come “Forbidden City”, “For You” ma specialmente “Dark Angel” e “Until the End of Time” (la mia preferita).

#3 Faithless: “Reverence”

Ecco l’esordio discografico di una delle mia band preferite in assoluto, che ho avuto la fortuna di vedere dal vivo in ben 3 occasioni. Rollo Armstrong (produttore, remixer), Sister Bliss (tastiere) e Maxi Jazz (paroliere) propongono un modo di far musica del tutto nuovo, dove l’aspetto elettronico si fonde con reminiscenze classiche, e con i testi di Maxi Jazz che parlano di spiritualità, amore e riflessione sociale. Il loro sound mi sconvolge emotivamente: le loro canzoni mi trascinano, mi fanno davvero viaggiare verso un mondo in cui la musica “da discoteca” diviene solo un mezzo per trasmettere messaggi e sensazioni. Brani come “Insomnia” e “Salva Mea” sono diventati inni della “club-culture”, con ritmi ipnotici e melodie che si insinuano nella mente dell’ascoltatore. Una band che ho profondamente amato sin dal primo ascolto.

#2 The Beloved: “X”

Jon Marsh, con la moglie Helena, ci regala questo album che rappresenta un po’ il loro canto del cigno, dato che le vendite non elevate e le frizioni con la casa discografica li porteranno ad allontanarsi dalle produzioni musicali.
E’ un peccato, perché io ho sempre adorato i Beloved, come più volte ho avuto occasione di scrivere nel blog.
L’album è un vero emblema della musica house e deep-house degli anni ’90, ed in effetti il primo singolo “Satellite” li riporta in classifica e il video è molto trasmesso nei canali musicali. Il problema arriva con il secondo singolo – “Deliver Me” – che è una canzone fantastica, ma che viene di fatto boicottata da MTV. La casa discografica, temendo un contraccolpo sulle vendite dell’album, decide in fretta e furia di ritirare dal mercato le copie già stampate di “Deliver Me”, e senza chiedere il parere a Jon ed Helena decide di pubblicare come singolo “Ease the Pressure”. Benché la canzone sia ottima, molto ritmata, la mossa non piace a J&H e da qui nascono i dissidi con la casa discografica.
Ma l’album nella sua globalità è assolutamente godibile, molto amato da noi fans, e con parecchi brani che trovano ampia diffusione nelle discoteche (tra tutte l’incredibile “Crystal Wave”, 9 minuti di deep-house).

#1 Pet Shop Boys: “Bilingual”

Benché sia un album musicalmente disomogeneo – devo riconoscerlo, nonostante io sia un noto fan dei PSB – le canzoni sono come sempre ben costruite, con arrangiamenti ricchi di dettagli, nel solito impeccabile synth-pop che da sempre contraddistingue il duo Tennant/Lowe. L’album gioca molto sul “bilinguismo”, non solo perché molti brani nei testi e nei ritmi riconducono al Sudamerica, ma anche perché ci sono parecchie allusioni alla omosessualità.
“Before” è un brano di una eleganza musicale impeccabile, “Se a vida é (That’s the Way Life Is)” richiama all’estate (raro caso di canzone “gioiosa” nel panorama dei PSB), “Single” parla di solitudine e di ricerca dell’amore, ma la mia preferita è senza dubbio “Discoteca”, canzone tutt’altro che da discoteca, che parla del vuoto lasciato dalle persone amate che non ci sono più, e del nostro tentativo di andare avanti ugualmente nella vita di tutti i giorni, nonostante il nostro cuore sofferente. Parlo di “Discoteca” in questo post.
Tra l’altro appartiene a “Discoteca” il mio remix preferito di sempre, e voi sapete di quanto io ami l’arte del remixaggio. Si tratta di “Discoteca (Trouser Enthusiasts’ Adventures Beyond the Stellar Empire Mix)”. Pura “trance-music”, stupenda.

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19 risposte a D&D – Domenica e Dischi. I miei album preferiti del 1996

  1. Ne produco uno all’anno a volte due ma faccio tutto a casa da solo, escluso il primo che non sapevo cosa fosse. Non c’è cura.
    Buongiorno senza calcoli.

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  2. wwayne ha detto:

    Le Spice Girls erano delle superstar. Erano così simpatiche, energiche e piene di talento che piacevano a tutti, senza distinzioni di età, sesso e preferenze musicali. E piacevano così tanto che qualsiasi oggetto a loro collegato si vendeva come il pane. Di questo ho già parlato nei commenti ad un tuo vecchio post (https://nonsonoipocondriaco.wordpress.com/2023/12/10/dieci-alla-decima-le-mie-10-canzoni-preferite-legate-alle-spice-girls/), quindi evito di ripetermi.
    Riguardo a George Michael, la morte del compagno a cui hai fatto riferimento è stata l’inizio della fine per lui. Cercò di superarla nel modo sbagliato (ovvero imbottendosi di droga), e questo inevitabilmente portò anche ad un declino artistico. Nella fase finale della sua vita era fatto per la maggior parte del tempo, e quindi si limitava a incidere un singolo una volta ogni tanto, perché non aveva la costanza necessaria per chiudersi in uno studio e incidere un album dalla prima all’ultima traccia. Forse oltre alla costanza gli mancavano anche le motivazioni, dato che i soldi guadagnati con gli album precedenti gli permettevano di vivere di rendita. Ma quando hai un talento gigantesco come il suo, a mio giudizio devi sfruttarlo fino in fondo non tanto per il denaro che ne ricavi, quanto piuttosto per tutta la bellezza che sei in grado di donare al mondo. Pensa quanti altri capolavori avrebbe potuto regalarci George Michael se non si fosse praticamente ritirato 12 anni prima della sua morte.

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  3. Bella musica! Serena domenica, Andrea! ⭐️

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  4. Raffa ha detto:

    Ciao Andrea, oggi scelgo i Pet Shop Boys. Non ho mai amato molto le Spice…

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  5. Neogrigio ha detto:

    Questa classifica non mi rappresenta ahahah

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  6. Vittorio ha detto:

    L’esordio delle spice girls fu folgorante. Ricordo il loro video e la canzone che sentivi dappertutto. Sui rem ho già detto e quasi quasi oggi pomeriggio li ascolto

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  7. gaberricci ha detto:

    Primi album di cui ho ricordi diretti (avevo sette anni, all’epoca), ma considerando l’età di prima mano ho memoria solo delle Spice Girls… ed Elio.

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