Padova. Post 4 di 5: Caffè Pedrocchi

Antonio Pedrocchi lo aveva chiesto in modo chiaro e conciso: “deve essere il caffè più bello del mondo”.

Era stato suo padre, il bergamasco Francesco Pedrocchi, ad aprire in centro a Padova una piccola “bottega del caffè”, ed il suo punto centrale – con la vicinanza dell’Università, dei mercati e della famose piazze padovane – gli permise sin da subito ottimi guadagni.
Il figlio, ereditata la bottega, decise di ampliarla, comperando gli edifici e le aree attigue, e si rivolse al famoso architetto veneziano Giuseppe Jappelli per l’ampliamento del locale.


Antonio Pedrocchi, ritratto di Achille Astolfi

L’opera avrebbe dovuto essere elegante ed unica, e Jappelli riuscì nell’intento donando a Padova un edificio che sarebbe diventato – e lo è ancora oggi – un simbolo dell’intera città.
Inaugurato nel 1831, il “Caffè Pedrocchi” (così venne subito chiamato), assunse la definizione di “Caffè senza porte”, perché in effetti fino al 1916 esso era aperto sia di giorno che di notte, con una incredibile attenzione per la clientela:
– si poteva sostare al tavolino anche senza ordinare nulla, magari leggendo il giornale
– ad ogni signora venivano gentilmente offerti dei fiori
– in caso di pioggia improvvisa, ad ogni presente veniva prestato un ombrello

Il caffè in breve tempo divenne centro delle attività commerciali ma soprattutto culturali della città, ospitando nelle sue sale scrittori ed artisti del calibro di Nievo, Fusinato, Stendhal, D’Annunzio, Eleonora Duse, il futurista Marinetti e molti altri ancora.

A livello architettonico, il Caffè Pedrocchi mescola lo stile neoclassico a quello gotico veneziano.
Dotato di porticati con colonne doriche, il piano terra presenta una serie di stanze che prendono nome dal colore della tappezzeria (Sala bianca, Sala rossa, Sala gialla, Sala verde), oltre alla “Sala borsa” dove al tempo si incontravano i commercianti per definire i prezzi della merce  in vendita.
Ogni sala è sfarzosa ed elegantissima.


Esterno del Caffè Pedrocchi: facciata nord


Caffè Pedrocchi: bancone del bar


Caffè Pedrocchi: Sala Rossa

Nel 2° piano troviamo a Sala etrusca, la Sala greca di forma ottagonale, la Saletta rotonda o romana, la Sala del rinascimento, la Sala ercolana o pompeiana, la Sala egizia e la Sala Napoleonica, dedicata a Gioacchino Rossini, e per questo chiamata anche Sala Rossini, un vero teatro dove gli stucchi, i tendaggi, i lampadari sembrano condurci indietro nel tempo, in pieno ottocento.


Caffè Pedrocchi: Sala Rossini

Se passate per Padova, non potete fare a meno di fermarvi al Caffè Pedrocchi, vera eccellenza per il palato e per gli occhi.

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6 risposte a Padova. Post 4 di 5: Caffè Pedrocchi

  1. Vittorio ha detto:

    Quando visiterò Padova ci vado

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  2. gaberricci ha detto:

    E non hai parlato del “caffè Pedrocchi” come bevanda :-). Quando mi hanno raccontato cos’era sono stato piuttosto scettico… ma caspita è sorprendentemente deliziosa!

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  3. Paola Bortolani ha detto:

    Lo conosco, ci sono entrata, ma solo al pianterreno

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