Padova. Post 5 di 5: Il Cimitero monumentale

L’Editto di Saint Cloud, emanato da Napoleone nel 1804, stabilì che le tombe dei defunti per motivi igienico-sanitari venissero tumulate al di fuori delle mura cittadine in luoghi soleggiati ed arieggiati, e che le stesse tombe fossero tutte uguali, senza distinzione di rango tra i defunti. Tale editto divenne legge nel Regno d’Italia 2 anni dopo, pur incontrando ostilità da parte di alcuni intellettuali dell’epoca.

L’Editto spinse la città di Padova alla progettazione ed alla realizzazione di un nuovo cimitero, anche se invero ci vollero diversi decenni affinché venisse edificato.
Un primo progetto venne presentato nel 1861 dall’ingegnere municipale Giovanni Maestri, ma venne accantonato dopo che fu presa la decisione di indire un concorso pubblico.
Il progetto che vinse il concorso fu quello dell’architetto triestino Enrico Holzner (siamo nel 1881), e l’anno dopo iniziò la costruzione del cimitero. L’instabilità del terreno scelto per la costruzione costrinse tuttavia Holzner ad alcune revisioni del progetto iniziale, ma senza la necessità di apportare modifiche di natura architettonica.

Visivamente, il Cimitero monumentale di Padova, assomiglia molto a quello di Milano, anche se con sostanziali differenze a livello cromatico.


Cimitero di Padova


Cimitero di Milano

Per quanto riguarda i monumenti funebri presenti nel cimitero, essi rispecchiano pienamente l’arte funeraria di fine XIX – inizio XX secolo, che si distacca dalle componenti più macabre (scheletri ed impersonificazione della morte) per abbracciare una componente più vicina alla natura ed alla riflessione interiore.
Le opere che troviamo all’interno del cimitero rispecchiano pienamente questa ricerca del “naturalismo”, anche se alcune opere su commissione abbracciano stili diversi su espressa richiesta dei ricchi committenti.

Il monumento funerario più bello ed imponente è certamente quello dedicato ad Antonio Pedrocchi, Giuseppe Jappelli e Bartolomeo Franceschini, tutto in marmo di Carrara, opera dello scultore Arnaldo Fazzi e completato nel 1899.

Abbiamo conosciuto ieri Antonio Pedrocchi, ideatore del famoso “Caffè Pedrocchi”, il “caffè senza porte”.
L’architetto Giuseppe Jappelli, oltre ad avere realizzato il suddetto “Caffè Pedrocchi”, fu uno dei maggiori esponenti dello stile neoclassico nel Veneto, con numerose opere di ispirazione illuminista.
L’ingegnere Bartolomeo Franceschini fu uno dei maggiori collaboratori di Jappelli, ed anch’egli contribuì alla realizzazione del “Caffè Pedrocchi”.

I 3 illustri personaggi sono sormontati da 3 figure femminili, che vogliono simbolicamente richiamare i personaggi cui il monumento è dedicato.
La figura femminile a sinistra rappresenta l’Architettura (ai suoi piedi vi è un capitello ionico mentre lei sta leggendo un progetto).
La donna al centro rappresenta la Munificenza: è lei che porge il progetto alla figura di sinistra.
La figura a destra rappresenta invece l’Ingegneria: ha il seno scoperto e regge una squadra nella mano sinistra e ai suoi piedi vi sono alcuni incartamenti.

Tra la altre opere, segnalo il monumento per Ferdinando e Francesco Piccoli, con una figura femminile che reca in mano due piccole ghirlande in un gesto di commozione che vuole essere un richiamo all’amore materno:

Altre opere:


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15 risposte a Padova. Post 5 di 5: Il Cimitero monumentale

  1. Vittorio ha detto:

    La presenza di tre donne ingentilisce l’atmosfera funebre e fa pensare che di qua o di là la compagnia femminile e sempre gradita

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  2. Paola Bortolani ha detto:

    Ci sono, ancge qui, sculture notevoli, ma quello di Genova resta il più bello

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  3. gaberricci ha detto:

    I cimiteri sono sempre luoghi molto interessanti. Devo ammettere che però dedicare un singolo monumento a tre persone diverse mi giunge completamente nuovo!

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  4. phileasfogg2020 ha detto:

    Magnifico, me lo segno per la prossima visita a Padova. Ci sono venute diverse volte ma il cimitero per ora non avevo pensato a esplorarlo 🙂

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